tag:blogger.com,1999:blog-89841297087637214242024-03-29T05:28:31.673-07:00SAURO PIACE ALLE RAGAZZESauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.comBlogger15125tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-24777483888403599252024-03-29T05:25:00.000-07:002024-03-29T05:27:59.336-07:00LA PIANURA PADANA SOMMERSA DOPO L’IMPERO<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Sin
da bambino mi è sempre piaciuto indagare sulle origini dei nomi delle
città. Il toponimo per il quale ho speso più energie mentali è quello di
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Origgio" rel="noopener" target="_blank"><b>Origgio</b></a>, paese a una ventina di chilometri da Milano nel quale sono cresciuto.<br /> Il nome più antico di Origgio, trovato in un documento risalente a poco dopo la morte di Carlo Magno, è <b>Oleoductus</b>.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><div class="post-thumbnail" style="float: none; text-align: center;"> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="LA PIANURA PADANA SOMMERSA DOPO L’IMPERO" class="wp-post-image" data-rel="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2021/03/poussinwinterflood-2220x800.jpg" height="231" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2021/03/poussinwinterflood-2220x800.jpg" width="640" /></span></div> <p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><h2><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Oleoductus era un canale collegato all’Olona?</span></h2><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Fino a oggi ci si è limitati a dire che Oloeductus non può indicare l’esistenza del canale che comunque la parola evoca (<i>-ductus</i>), e che sembra rimandare agli ulivi (<i>oleo-</i>) anche se è difficile che vi crescessero dato il clima e il tipo di terreno.<br /> Invece secondo me Oleoductus vuol dire proprio <b>“canale dell’Olona”</b> o “canale del grande fiume” dato che <i>ol-</i> in celtico significava, appunto, grande fiume. In Lombardia abbiamo, oltre all’Olona, il fiume Oglio (l’antico <i>Ollius</i>, chiamato anche <i>Olleum</i>, <i>Oleo</i> e in età tarda <i>Ogium</i>).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il
nome Oleductus seguì forse il destino della città confinante Solomnum,
che divenne Saronno a causa del rotacismo, la trasformazione della
“elle” intervocalica in “erre”. Un fenomeno tipico della zona. Così la <i>Ol-</i> iniziale di Oleoductus divenne <i>Or-,</i> con la semplificazione della parte restante del nome.<br />
Infatti la grafia dell’antico nome di Origgio è cambiata continuamente,
diventando Udulucto nel 1161, finché in un documento del 1179 troviamo
Udrugium, nome che attesta l’avvenuto rotacismo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Torniamo all’Olona. <b>Milano</b> nell’antichità si chiamava <b>Mediolanum</b>, nome che a mio parere è formato dall’evidente unione delle parole <b>Medio Olanum</b>
e significa “nel mezzo dell’Olona”. La città sorge a metà strada del
corso del fiume Olona, che parte dalle montagne lombarde per sfociare
nel Po.<br /> Se proprio vogliamo essere pignoli, dobbiamo ammettere che
furono i romani a spostare di un poco il corso dell’Olona per farlo
arrivare a Milano, ma Mediolanum, in origine, poteva benissimo indicare
tutta la zona, non solo il centro abitato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Sarebbe forse più utile
soffermarsi ulteriormente sull’etimologia della grande città di Milano,
ma per me è così ovvia (anche se la mia ipotesi non è affatto condivisa
dagli studiosi) che la lascio subito perdere per l’etimologia della
minuscola Origgio.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Probabilmente all’inizio non esisteva un vero e
proprio villaggio chiamato Oleoductus, questo doveva essere solo il
nome del canale che scorreva vicino ai luoghi dove sarebbe sorto il
paese. Il nome Oleoductus indicava il canale e in seguito la zona che
attraversava.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Perché scavare un canale a Origgio? All’inizio ho
pensato, sbagliando (come vedremo più avanti), che il canale servisse
alle chiatte per portare la legna dei boschi a Milano, quando era una
importante città romana e per un certo periodo capitale dell’Impero. La
legna era l’unico combustibile usato per cuocere il cibo, per
riscaldarsi in inverno e per far funzionare le terme (all’epoca
numerose), quindi alla grande città ne serviva sempre parecchia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il canale adesso dove si trova? Difficile che un corso d’acqua sparisca da un millennio all’altro.<br />
In realtà, un canale che attraversa i confini di Origgio e che sbocca
nel fiume Olona c’è davvero. Si tratta dell’incalanamento del torrente <b>Bozzente</b>, ma questo è stato scavato tra il Settecento e il Novecento, quindi poco tempo fa.<br /> Per venire a capo della faccenda occorre fare una disgressione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><h2><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La Pianura Padana bonificata tornò a impaludarsi</span></h2><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Durante
la preistoria la Pianura Padana era in diverse parti paludosa e
probabilmente più ricca di laghi di quanto sia oggi. A trasformare
l’ambiente per ricavare terre da coltivare, oltre che per portare
l’acqua nelle città, ci pensarono gli etruschi (che arrivarono prima dei
celti) e soprattutto i romani.<br /> I romani, grandi ingegneri,
scavarono senza problemi canali, modificarono corsi d’acqua eccetera.
Attività necessaria anche per il continuo aumento della popolazione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Secoli
dopo, all’epoca delle invasioni germaniche dell’Impero romano, la
popolazione era scesa drasticamente, e tutta questa acqua non era più
necessaria alle campagne, ormai spopolate, e alle città ridotte a
villaggi. Così, forse anche per un declino delle competenze tecniche e
della gestione dei lavori pubblici, la manutenzione venne trascurata. Un
fatto che in alcuni luoghi provocò l’apocalisse, in particolare nel
Veneto, dove tutte le acque della Pianura Padana sfociano nel Mare
Adriatico.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nell’anno 589, quindi più di un secolo dopo la fine dell’Impero romano d’Occidente, la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rotta_della_Cucca" rel="noopener" target="_blank"><b>rotta della Cucca</b></a>
sommerse il Veneto, cambiando definitivamente il corso dell’Adige e di
altri grandi fiumi. E allungando di decine di chilometri il delta del Po
con le terre strappate all’intera regione.</span></p><div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_89181" style="width: 835px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="LA PIANURA PADANA SOMMERSA DALLE ACQUE DOPO L'IMPERO" aria-describedby="caption-attachment-89181" class="wp-image-89181 size-full" height="396" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2021/03/Потоп_место_прорыва_589_для_загрузки_—_английский.jpg" width="640" /></span><p class="wp-caption-text" id="caption-attachment-89181"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Si
notino i cambiamenti dei corsi dei fiumi veneti e l’aumento del terreno
emerso sul delta del Po, in verde chiaro, causati dalla rotta della
Cucca (da Wikipedia)</span></p></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Di quegli anni oscuri poco ci è stato tramandato, quindi non sappiamo bene cosa sia successo in tutta la Pianura Padana.<br /> Un esempio poco chiaro è costituito dal grande <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Gerundo" rel="noopener" target="_blank"><b>Lago Gerundo</b></a>,
posto tra Milano e Cremona, che è all’origine della leggenda del
Biscione, il mostro a forma di serpente diventato simbolo di Milano.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Prosciugato
nell’antichità, tanto che i romani vi costruirono una strada
all’interno, il Gerundo tornò ad allagarsi almeno in parte dopo la
caduta di Roma, per essere definitivamente bonificato nel medioevo.
Queste sono solo ipotesi, perché dati certi non ne abbiamo.</span></p><div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_89183" style="width: 1510px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="LA PIANURA PADANA SOMMERSA DALLE ACQUE DOPO L'IMPERO" aria-describedby="caption-attachment-89183" class="wp-image-89183 size-full" height="640" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2021/03/156791854_3739248302779807_829861322429339119_o.jpg" width="530" /></span><p class="wp-caption-text" id="caption-attachment-89183"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un grande lago tra Milano e Cremona? (Da Wikipedia)</span></p></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La
zona di Milano, in particolare, è ricchissima d’acqua. Ogni tanto sui
giornali leggo del pericolo di infiltrazioni d’acqua nelle gallerie
della metropolitana e le ipotesi che si fanno per scongiurarle, come la
creazione di un paio di improbabili laghi intorno alla metropoli.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nell’antichità
si risolse il problema in maniera utile scavando numerosi canali, tanto
da far sembrare la città, soprattutto quando divenne capitale
dell’Impero romano, una specie di Venezia <i>ante litteram</i>. I fiumi vennero deviati e all’interno di Milano venne costruito un porto fluviale collegato con il Po.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Con
le invasioni barbariche molti canali di Milano si interrarono e nel
medioevo, con il nuovo aumento della popolazione, furono man mano
ricostruiti.<br /> Fino agli anni trenta del Novecento la città recuperò,
in una certa misura, “l’atmosfera veneziana”, andata di nuovo persa con
la copertura dei <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Navigli_(Milano)" rel="noopener" target="_blank"><b>navigli</b></a>,
effettuata per favorire il traffico automobilistico. Rimangono scoperti
solo alcuni tratti in zone abbastanza periferiche, note oggi per la
“movida” cittadina.</span></p><div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_89184" style="width: 2210px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img aria-describedby="caption-attachment-89184" class="wp-image-89184 size-full" height="277" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2021/03/156360292_3739268796111091_3341645829684032942_o.jpg" width="640" /></span><p class="wp-caption-text" id="caption-attachment-89184"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Navigli di Milano interrati, coperti, prosciugati e ancora attivi (da Wikipedia)</span></p></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Tutti
questi esempi sono utili per spiegare un concetto: gli antichi Romani
fecero numerose canalizzazioni e altri lavori idraulici per sistemare le
abbondanti acque della Pianura Padana. Sia per rendere sicure le case
dalle inondazioni, sia per portare l’acqua nei campi coltivati e nelle
città. Non dimentichiamo che nei fiumi venivano fatte viaggiare le
merci, un sistema meno costoso del trasporto sui carri.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Alla fine
dell’Impero romano decadde la manutenzione di queste opere, che una a
una “saltarono” provocando alluvioni e impaludamenti. Il problema però
era relativo, perché in quel periodo la popolazione era calata
enormemente e quindi qualche terra all’asciutto da coltivare c’era
sempre.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Con la fine del medioevo la popolazione tornò ad aumentare
e così si resero nuovamente necessari i lavori per gestire le acque:
vennero costruite chiuse e scavati canali. Lo stesso Leonardo Da Vinci
venne assunto da Ludovico il Moro soprattutto come ingegnere delle opere
idrauliche.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><h2><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un nuovo canale al posto di un canale interrato</span></h2><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Chiarito questo, torniamo a <b>Origgio</b>.<br /> Dal Seicento, e in particolare dal Settecento al Novecento, il corso del torrente <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Bozzente" rel="noopener" target="_blank"><b>Bozzente</b></a> è stato via via modificato per evitare le periodiche inondazioni che colpivano Origgio.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il
Bozzente, che all’inizio segue un corso scavato naturalmente nel
terreno, a Origgio perdeva il tracciato su cui scorrere e quindi a quel
punto le acque andavano ovunque. Si potrebbe pensare che la fine
dell’alveo sia dovuta al fatto che nell’antichità più remota qui ci
fosse un laghetto o almeno una palude.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Guardando il piccolo
Bozzente di oggi ci pare strano che potesse provocare simili
inondazioni, ma bisogna tenere presente che durante le grandi piene le
sue acque straripavano già a monte unendosi a quelle di altri corsi
d’acqua per poi trattenersi nella piana origgese.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Al giorno d’oggi
il tratto origgese del torrente è stato canalizzato: non ha più il
percorso indefinito originario, quello che provocava allagamenti fino al
centro abitato di cui parlano le vecchie cronache.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Come abbiamo
detto, il sistema idrico della Pianura Padana, e in particolare
dell’area milanese, ha subito un forte decadimento dopo la caduta
dell’Impero romano. E allora, se il Bozzente pochi secoli fa inondava il
territorio costringendo le autorità a canalizzarlo, nulla di più logico
che anche in epoca romana fosse stata canalizzato per gli stessi
motivi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Più probabilmente il canale era stato scavato dagli
antichi romani per liberare il terreno dall’acqua stagnante accumulatasi
nel corso del tempo, in modo da destinarlo per la prima volta alla
coltivazione e alle abitazioni dei contadini. Una tipo di bonifica che
veniva eseguita in tante zone della Pianura Padana.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quindi <i>poteva</i>
benissimo esistere un “oleoductus”, ovvero un’incanalazione del
Bozzente fino al fiume Olona. Collocato più o meno nello stesso tratto
dell’odierno canale del Bozzente tra Origgio a Rho, alle porte di
Milano, dove si immette nell’Olona.<br /> Anzi, direi che <b><i>doveva</i></b> esserci, in coerenza con la sistemazione delle acque fatta dagli antichi romani soprattutto nella zona intorno a Milano.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Per
questi motivi credo che Oleoductus/Origgio prenda il nome da un canale
che sfociava nel fiume Olona, esistente al tempo degli antichi romani.
In seguito interrato a causa della mancata manutenzione, tipica dell’età
successiva alla caduta dell’Impero anche in città importanti come
Milano, e nuovamente scavato in tempi recenti.</span></p><div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_102870" style="width: 810px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img aria-describedby="caption-attachment-102870" class="wp-image-102870 size-full" height="320" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2021/03/Origgio_campagna.jpg" width="640" /></span><p class="wp-caption-text" id="caption-attachment-102870"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Le
acque del torrente Bozzente sono state incanalate da Origgio fino a
Rho, dove si congiungono al fiume Olona. Anche nell’antichità era stato
scavato un canale analogo per evitare che durante le piene il Bozzente,
non avendo qui un corso definito, allagasse le zone circostanti? (Da
Wikipedia)</span></p></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Questa mia ipotesi si basa su due considerazioni.<br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><b>1)</b>
Ci deve essere una relazione tra il primo nome di Origgio, che rimanda
all’esistenza di un canale, al fatto che un canale oggi attraversi <i>effettivamente</i> il paese.<br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><b>2)</b> In generale, allo stesso problema si risponde con <i>la stessa soluzione</i>.
Come in epoca moderna si sono eliminati gli allagamenti del Bozzente
scavando un canale, per risolvere il medesimo problema la stessa cosa
deve essere avvenuta nell’antichità.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Credo che l’antico canale non diede solo il nome a Origgio, ma rese possibile la sua stessa <b>fondazione</b>.
Probabilmente solo quando le acque stagnanti accumulatesi nella zona
furono fatte defluire attraverso il canale si è potuto formare il primo
nucleo urbano.<br /> Questo spiegherebbe il fatto singolare di un paese
chiamato con il nome di un canale. Non sarebbe stato così se il
villaggio fosse stato preesistente, e quindi già con un nome proprio.</span></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-10169216723521241582024-03-26T02:30:00.000-07:002024-03-26T02:30:51.016-07:00FAUSTO E IAIO: SPIRALE DI SANGUE<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Avete mai sentito parlare di <strong>Fausto Tinelli</strong> e<strong> Lorenzo Iannucci</strong>?
Questa storia riguarda alcuni sanguinosi fatti milanesi avvenuti
immediatamente dopo il 16 marzo 1978, il giorno in cui i terroristi
delle <strong>Brigate Rosse</strong> rapirono <strong>Aldo Moro</strong>, il presidente della Democrazia Cristiana.<br /> Ritorno con la memoria a quel periodo, che ho vissuto personalmente.<br /><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhKYT0XlRG_Alx7gnBuxpZRyjp5YDGhmJG50XI14ld-s8TUP63n9YkYG-j9UcZ1Ts5KtzUW6PWA2n0wmsPWqx8tzW5jTSCd2ai0-5raBHOaUuIUSMC6kbk63rkoTATkBodzUwUdo5_zBWs-rZzsFkjxEzIgCHjybh0yQL6o2NmDd4olSpcbQ3EnFXX-wrI" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img data-original-height="800" data-original-width="2220" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhKYT0XlRG_Alx7gnBuxpZRyjp5YDGhmJG50XI14ld-s8TUP63n9YkYG-j9UcZ1Ts5KtzUW6PWA2n0wmsPWqx8tzW5jTSCd2ai0-5raBHOaUuIUSMC6kbk63rkoTATkBodzUwUdo5_zBWs-rZzsFkjxEzIgCHjybh0yQL6o2NmDd4olSpcbQ3EnFXX-wrI=w640-h230" width="640" /></a></span></div><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><br /><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Abitando nell’Alto Milanese, per andare a Milano prendo il treno con <strong>Davide</strong>. Lui frequenta la mia stessa scuola ed è compagno di classe di <strong>Fausto Tinelli</strong>. Nel 1978 regna ancora l’impegno politico. Io faccio parte del gruppo di <strong>Democrazia Proletaria</strong>,
mentre Fausto si definisce “anarco-comunista”. Io e Fausto a volte
litighiamo per questioni di poco conto, ma più spesso collaboriamo. È
l’unico anarchico costruttivo che conosco, gli altri preferiscono farsi i
fatti propri.<br /> Una sera, due giorni dopo il rapimento di Moro, Fausto e il suo inseparabile amico <strong>Lorenzo Iannucci</strong>, detto <strong>Iaio</strong>, vengono uccisi da alcuni proiettili sparati da sconosciuti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Qualche
sera dopo, mentre faccio indagini “alternative” per la mia
organizzazione politica, entro nella segreteria ormai vuota del liceo
per trascrivere i dati di alcuni studenti considerati “sospetti”, anche
se mi sembra una perdita di tempo. All’uscita, il mio accompagnatore e
io scorgiamo un paio di persone appostate nei luoghi bui della strada.
Pensiamo ad agenti di polizia in borghese messi lì di guardia, data la
situazione politica incandescente.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Poi vediamo passare il nostro
tram e corriamo, ma quando arriviamo alla fermata è già ripartito. Siamo
esattamente davanti al cinema Ambrosiano, che oggi è diventato la
discoteca Rolling Stone. Corriamo ancora fiancheggiando il tram per
raggiungerlo alla vicina fermata successiva. Quando saliamo, notiamo <strong>un foro</strong>
su un finestrino del tram e un altro su quello opposto. I passeggeri,
agitatissimi, pensano a una sassata. Più probabilmente, data la forma
perfetta e parallela dei piccoli fori di entrata e di uscita nei due
finestrini opposti, si è trattato di un proiettile.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Qualcuno deve
avere creduto che fossimo saliti alla prima fermata non vedendoci
rimanere a terra, perché abbiamo rincorso il tram dalla fiancata opposta
rispetto alla posizione del presunto sparatore. Forse con quel
proiettile voleva lanciarci un messaggio, o cercare il morto: era stato
sparato verso la pedana d’ingresso del tram dove saremmo saliti. Il
giorno dopo, passando nello stesso luogo, in un parcheggio di taxi sento
smadonnare un tassista che ha trovato il proiettile conficcato nella
propria auto.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il padre di una <strong>militante di Lotta continua</strong>
viene a scuola per chiedere aiuto a noi studenti “politicizzati”. Il
giorno prima sua figlia era stata inseguita da un’auto, dal finestrino
della quale è spuntata una pistola che però non era riuscita a sparare.
All’incontro c’è anche il principale responsabile di Lotta Continua (a
Milano una parte di questa organizzazione non si era sciolta due anni
prima come nel resto d’Italia), che conferma il fatto perché stava
accompagnando la ragazza nel momento dell’attentato. Un po’
pateticamente il padre ci chiede di scortarla per qualche giorno, non
potendo andare dalla polizia perché, dice, è un personaggio in vista di
una banca.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Alcune settimane dopo, <strong>Davide</strong>, il compagno di classe di Fausto con il quale prendevo il treno per Milano, <strong>viene investito e ucciso</strong>
da un pirata della strada che, a quanto mi risulta, è rimasto
sconosciuto. Davide era il maggiore rappresentante di un altro gruppo
politico della scuola, il <strong>Movimento lavoratori per il socialismo</strong>, per il quale indagava pure lui sulla morte di Fausto e Iaio.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nessuno
ha mai scritto, nei vari libri su Fausto e Iaio, di questi tre presunti
attentati: nei confronti miei e del mio accompagnatore, della mia
compagna di scuola e dell’altro compagno con il quale prendevo il treno,
l’unico purtroppo riuscito.<br /> In questi libri si è parlato solo del caso di un giornalista dell’Unità, <strong>Mario Brutto</strong>.
Il giornalista seguiva con molto impegno le indagini su Fausto e Iaio
finché gli hanno sparato tre colpi, mancandolo, poi l’auto dei killer
l’ha inseguito fino a investirlo e ucciderlo.<br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>In tutto, quattro attentati o presunti tali. Due dei quali riusciti. Senza contare quello a Fausto e Iaio.</strong></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un
funzionario della polizia viene nell’ufficio della preside per sentire
noi studenti, ma non gli diamo alcun elemento utile perché vogliamo
continuare a fare le indagini per conto nostro e diffidiamo degli
organismi dello Stato. Il funzionario cerca di incoraggiarci dicendo che
Fausto e Iaio erano due “bravi ragazzi” e che non si drogavano (notizia
a noi già pervenuta per vie traverse subito dopo l’autopsia).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Che
i due giovani siano stati uccisi perché avevano cercato di inserirsi
nel traffico della droga è invece l’incredibile conclusione del <strong>responsabile</strong>
del servizio d’ordine di Democrazia Proletaria, alla fine delle nostre
indagini “alternative”… Fermo restando, aggiunge, che avremmo dovuto
continuare ad addebitare la responsabilità ai fascisti per opportunità
politica! Lo ascolto stranito mentre passeggiamo nei corridoi
dell’università Statale. Cerco di contraddirlo, ma la mia opinione non
lo interessa. La stessa persona alimenterà la propria carriera politica
scrivendo un libro su Fausto e Iaio uccisi dai fascisti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Torniamo
al giorno nell’ufficio del preside. Uscito a mani vuote il funzionario
di polizia, uno studente appartenente all’area dura dell’Autonomia
Operaia si dice preoccupato perché Fausto teneva in casa <strong>“molti documenti”</strong>
delle Brigate Rosse: se la polizia li avesse trovati ci sarebbero stati
guai grossi. La rivelazione non mi colpisce in modo particolare.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">In
quelle settimane vado un paio di volte a Roma, anche per tenere un
comizio (insieme ad altri molto più bravi) nell’unica grande
manifestazione del Movimento durante il rapimento Moro.<br /> La città è militarizzata, eppure vedo <strong>Bettino Craxi</strong>, da poco leader del Partito Socialista, seduto da solo al tavolino esterno di un bar di piazza Navona. Al <em>vernissage</em> di una mostra, invece, vedo irrompere il democristiano <strong>Amintore Fanfani</strong> (presidente del Senato e a lungo capo del governo) insieme alla scorta armata di mitra.<br />
Craxi non ha nulla da temere essendo favorevole alla trattativa dello
Stato con le Brigate Rosse per liberare Moro, mentre tutti gli altri
capi politici, compreso Fanfani, sono contrari.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Alla fine del 1978, in <strong>via Montenevoso 8</strong>
viene scoperta la più importante base delle Brigate Rosse: il loro
quartiere generale nazionale con il loro archivio. All’interno vengono
arrestati tutti i capi dell’organizzazione, tranne Mario Moretti.<br /> Fausto Tinelli abitava in <strong>via Montenevoso 9</strong>,
esattamente nell’edificio dirimpettaio. Dalla camera di Fausto si
vedono perfettamente le tre finestre del covo. Si vedono distintamente
le persone che si muovono dentro e, grazie alla buona acustica, si sente
anche qualcosa di quello che viene detto. Insomma, la finestra della
cameretta di Fausto era a pochi metri dalle finestre dalla base
nazionale delle Brigate rosse.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il parlamentare di Democrazia Proletaria <strong>Luigi Cipriani</strong>,
un omaccione che conosco bene, è il primo a mettere in relazione la
base delle Brigate Rosse con l’omicidio, ma nessuno gli dà retta. Rivela
che, durante i funerali dei due ragazzi, qualcuno ha scassinato la
porta di casa di Fausto e ha rovistato all’interno, presumibilmente
portando via qualcosa. E Cipriani, che morirà qualche anno dopo, non sa
quello che so io: Fausto aveva in camera documenti delle Brigate Rosse.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Questa è solo una storia di quel lontano passato. Ce ne sarebbero tante altre.<br /> Per esempio, un tizio mi dice che il giovane missino <strong>Sergio Ramelli</strong> era stato ucciso da alcuni dei nostri, quando facevano parte del gruppo di <strong>Avanguardia Operaia</strong> prima di confluire in Democrazia Proletaria. Mentre sto lavorando al progetto della prima edizione dell’agenda <strong>Smemoranda</strong>,
vedo passare gli ex di Avanguardia Operaia: riporto quanto mi è stato
detto, facendomi una bella risata per quella evidente idiozia. Mi
guardano sbalorditi. Anni dopo scoprirò il perché dai giornali:
l’avevano davvero ucciso loro.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Vengo circondato da alcuni<strong> fascisti</strong>
e a fatica li convinco di non essere politicizzato, per fortuna non ho
addosso nulal di compromettente perché mi perquisicono da cima a fondo.
Alcune ore dopo, nella stessa via, viene accoltellato a morte un giovane
meno fortunato di me.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un’altra volta un mio compagno di classe mi
chiede consiglio perché vogliono farlo partecipare a un attentato. Dico
a quelli che lo hanno reclutato, alcuni compagni di scuola, di
lasciarlo perdere facendo fallire l’attentato. Loro si limitano a
scrivere <em>“Sauro ti spunta un foro in bocca”</em> sul muro della scuola (parodiando la pubblicità di un dentifricio: <em>“Ti spunta un fiore in bocca”</em>), e qualche tempo dopo uccidono il gioielliere <strong>Alberto Torreggiani</strong> per conto di <strong>Cesare Battisti</strong>, il futuro latitante internazionale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Al mio primo anno di università le Brigate Rosse uccidono il professor <strong>Guido Galli</strong>
sopra l’aula in cui mi trovo, mentre la professoressa continua la
lezione come se niente fosse in mezzo agli spari e le urla. Si ferma un
attimo per chiederci cosa fare, le propongo di interrompere la lezione.<br /> Molto dopo tutti questi avvenimenti, che delineano un epoca, accade un fatto che sembra ricollegarsi a Fausto e Iaio.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nel
1990, un muratore risistema il covo di via Montenevoso scoperto dai
carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa dodici anni prima
davanti alla casa di Fausto. Dietro un muro posticcio trova una grande
quantità di documenti con le trascrizioni degli interrogatori di Aldo
Moro, il leader della Democrazia Cristiana rapito.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Da questi
documenti fino si scopre che non tutto quanto detto da Moro veniva reso
pubblico dai comunicati delle Brigate Rosse. In particolare, si apprende
per la prima volta che Moro aveva rivelato l’esistenza di <strong>Gladio</strong>,
la struttura ultrasegreta della Nato che avrebbe dovuto organizzare la
resistenza in caso d’invasione dell’Europa da parte dell’Unione
Sovietica.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Rivelazione che sconvolge l’opinione pubblica: il piano
Gladio prevedeva che tutti i dirigenti del Partito comunista italiano
(all’epoca la maggiore formazione dell’opposizione) sarebbero stati
arrestati in caso di invasione, e che la resistenza contro l’occupazione
sarebbe stata gestita soprattutto da donne appositamente addestrate
(insospettabili perché all’epoca non esistevano ancora le soldatesse).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Le
Brigate Rosse, in passato, avevano reso noto anche quello specifico
documento, togliendo però il cruciale passaggio su Gladio. Forse per
rivenderlo all’Unione Sovietica, sicuramente interessata
all’informazione. In passato qualcuno ha detto che dietro il rapimento
Moro c’era la Cia, il servizio segreto americano. Però nel dossier del
Kgb portato in occidente da <strong>Vasilij Nikitic Mitrokhin</strong> si dice che erano stati i sovietici a orchestrare la campagna di disinformazione per accusare la Cia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Se
invece c’era dietro il Kgb, non nel rapimento di Moro che è stata
sicuramente un’idea delle Brigate Rosse, bensì nello sfruttamento
“spionistico” della vicenda, si capisce perché si sia cercato di colpire
chi stava indagando sulla morte di Fausto e Iaio: due ragazzi che forse
sapevano troppo e potevano creare dei fastidi proprio quando Moro era
stato appena rapito.<br /> Uccidere simulando incidenti automobilistici è notoriamente la tecnica preferita dai servizi segreti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Tra
parentesi, dal momento che le Brigate Rosse hanno venduto le
informazioni su Gladio ai sovietici (non si spiegherebbe altrimenti la
loro cancellazione nei documenti resi pubblici), Aldo Moro doveva essere
ucciso per forza, altrimenti avrebbe avvertito la Nato che quel piano
cruciale non era più segreto.</span></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-78454380959541813442024-03-20T06:11:00.000-07:002024-03-20T06:11:28.522-07:00SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Creato dallo sceneggiatore Jerry Siegel e dal disegnatore Joe Shuster, <strong>Superman</strong> venne pubblicato per la prima volta nel 1938 dalla casa editrice che prenderà il nome Dc Comics.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Superman aveva poca voglia di affrontare la Germania nazista, che in quegli anni insanguinava l'Europa, e avrebbe preferito che gli americani non partissero per la guerra. Alla fine, costretto dagli avvenimenti, partecipò al conflitto con scarso entusiasmo.<br /><br /></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7533 size-large" height="1024" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/superman023-748x1024.jpg" width="748" /></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nel fumetto qui sotto Superman blocca i soldati tedeschi sul confine francese, poi sfreccia a Berlino e, attraverso il tetto, entra nella dimora di Adolf Hitler.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7534 size-full" height="988" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/Look1.gif" width="700" /><br />Catturato il <em>führer</em>, Superman si dirige a Mosca per prendere Stalin.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quindi porta entrambi i dittatori a Ginevra, nel palazzo della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_delle_Nazioni" rel="noopener" target="_blank"><strong>Società delle Nazioni</strong></a> (l’Onu dell’epoca).</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7535 size-full" height="1003" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/Look2.gif" width="700" /><br />Ai rappresentanti del mondo, Superman indica i suoi due prigionieri come responsabili degli sconvolgimenti europei che hanno portato alla Seconda guerra mondiale. Nell’ultima vignetta, un giudice della Società delle Nazioni condanna Hitler e Stalin, all'epoca ufficiosamente alleati, per la loro politica aggressiva.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7536 size-full" height="564" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/0.jpg" width="403" /></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La breve storia "fuori serie" di Superman viene pubblicata il 27 febbraio 1940 su “Look”, un periodico che si ispirava a “Life” (simile, quindi, al nostro vecchio “Epoca” e al tedesco “Stern”).</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Lo strillo <strong>“Superman cattura Hitler e Stalin”</strong> si trova proprio sopra la foto di Rita Hayworth.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7537 size-full" height="386" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/superman-hitler.jpg" width="610" /></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Hitler aveva appena invaso la parte occidentale della Polonia, Stalin quella orientale (dopo avere cercato vanamente di conquistare la Finlandia e occupato Estonia, Lettonia e Lituania).<br />Hitler e Stalin avevano fatto un patto segreto per spartirsi l’Europa Centrorientale, per questo alcuni fumetti americani dell'epoca rappresentano degli eserciti invasori di finzione come un misto di tedeschi e di sovietici: nell’episodio “La Spada Rossa” di Flash Gordon il capo dei militaristi ha un nome russo mentre la sua divisa è uguale a quelle tedesche.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quando nel 1941 Hitler attacca Stalin, quest'ultimo chiede aiuto alle democrazie occidentali e alla fine della guerra avrà comunque occupato un bel pezzo di Europa Centrale.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7538 size-full" height="581" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/look-1940.jpg" width="900" /><br />Le <strong>SS</strong> risposero al breve episodio "How Superman would end the war" pubblicato da "Look" nel loro settimanale "Das Schwarze Korps", il 25 aprile 1940, con un articolo intitolato <span id="bc_0_32b+seedGc0rD">"Jerry Siegel all'attacco!".</span></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">L'articolo del giornale nazista inizia con un riferimento sprezzante alle origini ebraiche dello sceneggiatore: <em>"... Jerry Siegel, un tizio intellettualmente e fisicamente circonciso che ha il suo quartier generale a New York, è l'inventore di una figura colorata con un aspetto impressionante, un corpo potente, e un costume da bagno rosso che gode della capacità di volare attraverso l'etere"</em>; e conclude in tono moraleggiante: <em>"</em><span id="bc_0_32b+seedGc0rD"><em>... Invece di incoraggiare le autentiche virtù, semina odio e sospetto nei cuori dei suoi giovani lettori"</em>.<br /></span><br /><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7556 size-full" height="840" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/Schermata-2016-10-06-a-13.00.39.png" width="704" /><br />La foga delle SS contro <a href="https://www.giornalepop.it/jerry-siegel-superman-autore-topolino/" rel="noopener" target="_blank"><strong>Jerry Siegel</strong></a> non è molto giustificata, perché Superman è un isolazionista convinto, è cioè contrario alla partecipazione degli Stati Uniti alla Seconda guerra mondiale.<br />Infatti, nella breve storia pubblicata da "Look", Superman risolve tutto all'interno della Società delle Nazioni: allo stesso modo oggi chi non vuole intervenire militarmente per fermare una invasione invoca l'intervento diplomatico dell'Onu, ben sapendo che questo organismo non ha alcun potere reale.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Isolazionista non era solo lo sceneggiatore Jerry Siegel, lo erano anche il disegnatore <strong>Joe Shuster</strong> e l'editore <strong>Harry Donenfeld</strong>, pur essendo tutti ebrei, quindi appartenenti all'etnia ferocemente perseguitata da Hitler.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7539 size-large" height="1024" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/ActionComics281938-201129001-000-698x1024.jpg" width="698" /><br />Infatti, nel primo e nel secondo numero di “Action Comics” del 1938, il <em>comic book</em> (albo a fumetti) dove era stato pubblicato per la prima volta, Superman se la prende con un senatore che tenta di coinvolgere gli Usa nella guerra solo per <strong>vendere armi</strong> all'esercito.<br />Per i pacifisti vendere armi, sia pure agli aggrediti per difendersi dall'aggressore, è abominevole.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7540 size-full" height="1600" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/Action0015BFamousFirstEditionC-265D-15.jpg" width="1175" /><br />Nel parlamento americano dell'epoca si svolgono veramente discussioni di questo genere, dato che Hitler aveva già iniziato a occupare territori europei e il Giappone militarista invadeva la grande ma debole Cina.<br />Quindi il fumetto prende una netta posizione politica, sostenendo che i politici interventisti non esprimono una loro sincera opinione, ma <strong>sono lobbisti dei venditori di armi</strong>.<br />Visto che a parole il senatore vuole combattere, Superman lo porta al fronte per fargli vivere di persona gli orrori della guerra.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="SUPERMAN CATTURA HITLER E STALIN" class="aligncenter wp-image-7541 size-full" height="1490" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/action2p07.jpg" width="1100" /><br />Alla fine il senatore si trasforma in un pacifista convinto, come la maggioranza degli americani dell'epoca, i quali pensavano che intervenire in Europa avrebbe solo peggiorato la situazione creando le condizioni per altre guerre.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Naturalmente dopo l’attacco giapponese alla base militare delle Hawaii, gli Stati Uniti sono costretti a rinunciare al neutralismo. Pure Superman, da buon americano, finisce per sostenere la guerra. Le sue avventure al fronte sono poche, ma esempi di copertine "patriottiche" non mancano.<br />Qui lo vediamo a cavallo di una bomba: Superman anticipa il finale del film "Il dottor Stranamore"!</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="15340" class="aligncenter wp-image-7543 size-full" height="545" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/15340.jpg" width="400" /><br />Pure Goebbels, il ministro della propaganda nazista, ha l’onore di essere strattonato dall’Uomo d’Acciaio.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="15347" class="aligncenter wp-image-7544 size-full" height="546" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/15347.jpg" width="400" /><br />Naturalmente gli scontri con Superman sono sempre impari.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="588" class="aligncenter wp-image-7545 size-full" height="558" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/588.jpg" width="400" /><br />Tutto questo accade nelle copertine degli albi a fumetti, meno nelle pagine interne, dove di guerra se ne parla poco.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">In una storia pubblicata a puntate nelle tavole domenicali dei quotidiani americani avviene una incursione di Superman a Berlino, dove Hitler in persona presenta se stesso e i suoi flaccidi ministri come poco credibili "superuomini ariani".</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="strip-281-march-18-1945" class="aligncenter wp-image-7546 size-full" height="1275" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/strip-281-march-18-1945.jpg" width="1000" /><br />Chi la guerra la fa dal primo numero del proprio albo è <strong>Capitan America</strong> della Marvel, casa editrice che all'epoca si chiamava Timely. Pure i due autori di Capitan America, <strong>Joe Simon</strong> e <strong>Jack Kirby</strong> (che in realtà si chiama Jacob Kurtzberg), e l'editore <strong>Martin Goodman</strong> sono ebrei. Però loro la pensano diversamente dai responsabili di Superman, perché non solo fanno menare Hitler da Capitan America quando gli Stati Uniti sono ancora neutrali, riempiono anche le avventure di supernemici nazisti, a partire dal terribile Teschio Rosso.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="il-primo-numero-di-captain-america" class="aligncenter wp-image-7561 size-large" height="1024" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/il-primo-numero-di-captain-america-1-744x1024.gif" width="744" /><br />Verso la fine della guerra, <strong>Alex Schomburg</strong> (ebreo pure lui) rappresenta per la prima volta nella copertina di un albo a fumetti un campo di sterminio nazista. Qui gli ebrei vengono infilati vivi nei forni mentre, in realtà, prima venivano uccisi con il gas. Tutte le vittime hanno un numero di riconoscimento, ma non tatuato sul braccio come nella realtà, bensì su un biglietto rosso legato al collo: le notizie sui lager erano ancora confuse e frammentarie.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="782841" class="aligncenter wp-image-7547 size-full" height="917" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/782841.jpg" width="600" /><br />Il numero di riconoscimento permetteva ai tedeschi di gestire il flusso dei milioni di ebrei grazie agli elaboratori meccanici della Ibm, precursori dei computer. Le schede perforate necessarie alle operazioni, a causa della guerra che aveva tagliato i rapporti con gli Usa, provenivano dalla inconsapevole filiale svedese della Ibm (la Svezia era rimasta neutrale come la Svizzera).</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Le vendite di Capitan America scendono parecchio alla fine della Seconda guerra mondiale, a causa dell'identificazione del personaggio con il conflitto, fino alla cessazione delle pubblicazioni.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nel breve revival del 1954, scritto da <strong>Don Rico</strong> e disegnato da<strong> John Romita</strong>, i nuovi nemici sono i sovietici.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="20301" class="aligncenter wp-image-7548 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/20301.jpg" width="438" /></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Capitan America ritorna negli anni sessanta, diventando rapidamente un personaggio pacifista in sintonia con i tempi. Nel 1972, viene affiancato da un supereroe nero, Falcon. In una storia di Steve Englehart e Sal Buscema combatte il Capitano anticomunista degli anni cinquanta, che si rivela essere un… impostore.<br />Nel clima della contestazione studentesca non era considerato accettabile che l'antifascista Captain America un tempo avesse combattuto i sovietici.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="" class="aligncenter wp-image-72089 size-full" height="1464" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/Captain_America_Vol_1_156.jpg" width="988" /><br />Nei fumetti si intravede dunque il riflesso del dibattito politico dell'epoca in cui sono stati realizzati. Ieri come oggi.</span></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-40277787120708991642024-03-20T06:00:00.000-07:002024-03-20T06:00:01.181-07:00IL VERO DIABOLIK SI CHIAMAVA DIABOLICH<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Prima del <strong>Diabolik</strong> a fumetti c’era un <strong>Diabolich</strong>
in carne e ossa, che uccideva e sfidava direttamente la polizia. Aveva
colpito solo a Torino, ma di lui parlavano i giornali di tutto il mondo.
Oggi nessuno lo ricorda più, anche se sfruttando il suo nome (quando
Diabolich era ancora temuto) <strong>Angela Giussani</strong> è riuscita a creare un grande successo editoriale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Ma per iniziare, vi piacerebbe vedere Diabolik ed Eva disegnati da <strong>Alessandro Biffignandi</strong>, l’illustratore dei mitici tascabili della Edifumetto? Va be’, la Jaguar dipinta di rosso è un piccolo sacrificio sopportabile.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="biffignandi-diabolik" class="aligncenter wp-image-8149 size-full" height="957" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/biffignandi-diabolik.jpg" width="750" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Oppure preferite la classica Eva sofisticata e freddina di <strong>Giuseppe Palumbo</strong>?</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="1394449821988eva-kant-5-1" class="aligncenter wp-image-8150 size-large" height="1024" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/1394449821988Eva-Kant-5-1-724x1024.jpg" width="724" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">O magari vorreste ammirare i disegni di Diabolik realizzati da <strong>Milo Manara</strong>?
Qui sotto c’è un Manara ancora giovane, ma già con le idee chiare a
giudicare dal lato B di Eva Braun… volevo dire il filosofo, Kant.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4aDR3weoSAM/Vs-OAAfNGAI/AAAAAAAAIhI/kvWGcglHhfo/s1600/9112d331b330da0bb1cdcaef69adfc10.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://1.bp.blogspot.com/-4aDR3weoSAM/Vs-OAAfNGAI/AAAAAAAAIhI/kvWGcglHhfo/s1600/9112d331b330da0bb1cdcaef69adfc10.jpg" /></a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Abbiamo
anche un Manara più maturo nello stile, ma deludente nella scelta
castigata. Però, finalmente una signora Kant con lo sguardo seducente!
Verrebbe anche da pensare che sotto la gonna non abbia niente.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="stampa-manara" class="aligncenter wp-image-8228 size-full" height="975" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/stampa-manara.jpg" width="661" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Potrebbe
succedere che Manara disegni davvero Diabolik, magari in un numero
speciale, dato che è amico di Mario Gomboli (l’attuale editore del re
del delitto) sin da quando lavoravano insieme su <strong>Genius</strong>,
alla fine degli anni sessanta. Personaggio che, tra l’altro, era un
clone di Diabolik. Come si può vedere qui sotto (e ancora meglio nel mio
articolo <a href="http://www.giornalepop.it/punto-debole-del-genio-manara/" rel="noopener noreferrer" target="_blank">“Il punto debole di Manara”</a>).</span></p><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-OZ1wSQKlYPs/VtBROtzt1gI/AAAAAAAAIho/kEmClb60HPQ/s1600/20130709080917.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://3.bp.blogspot.com/-OZ1wSQKlYPs/VtBROtzt1gI/AAAAAAAAIho/kEmClb60HPQ/s1600/20130709080917.jpg" /></a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nei primissimi anni sessanta, <strong>Angela Giussani</strong>, dopo avere aiutato per anni il marito <strong>Gino Sansoni</strong> nella conduzione della sua casa editrice, decide di mettersi in proprio fondando l’<strong>Astorina</strong>. Con lei collabora la sorella Luciana.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Angela Giussani pubblica con scarso successo l’albo con le strisce americane del pugile <strong>Big Ben Bolt</strong>,
scritte da Eliot Caplin (fratello di Al Capp) e disegnate da John
Cullen Murphy. Disegni che in seguito serviranno da base per Diabolik,
tanto che a mio fratello <strong>Gabriele</strong>, che lo disegnerà nei primi anni ottanta, verrà dato alcuni albi per ispirarsi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">L’idea per Diabolik viene ad Angela mentre viaggia sulle <strong>Ferrovie Nord</strong>. Almeno così ha poi detto.<br />
Le Ferrovie Nord hanno come centro Saronno, in provincia di Varese a
circa 20 km di Milano: io abito ai confini di questa città da quando
avevo un anno e mezzo.</span></p></div><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Durante la Seconda guerra mondiale le Nord hanno fornito un’ampia aneddotica.<br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Rossana Rossanda</strong>,
l’intellettuale cofondatrice del quotidiano “Il Manifesto”, fu fatta
scendere dal treno dai soldati tedeschi poco prima della stazione di
Saronno. All’ultimo momento fece in tempo a nascondere sotto il sedile
un pacco di volantini della Resistenza, e anche se qualche passeggero la
vide non parlò.<br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Silvio Berlusconi</strong>, di Saronno come
il padre anche se nato casualmente in un ospedale di Milano, racconta
che sua madre, mentre era in viaggio sul treno, aveva impedito ai
tedeschi di portare via una ragazza ebrea.<br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://www.giornalepop.it/topolino-diventa-grande/" rel="noopener" target="_blank"><strong>Federico Pedrocchi</strong></a>,
curatore di Topolino e grandissimo sceneggiatore (da “Saturno contro al
Terra” a “Virus”), è stato ucciso dalla mitragliatrice di un aereo
inglese che sorvolava le Nord. Quest’ultima è un’ipotesi mia, perché so
solo che è stato colpito su un treno in provincia di Varese: potrebbe
essere successo sulle Ferrovie dello Stato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Angela Giussani aveva
dei parenti a Saronno, lo aveva detto a mio fratello Gabriele quando
disegnava Diabolik. In uno dei suoi viaggi in treno per andarli a
trovare, Angela aveva notato alcune persone leggere romanzi polizieschi.
Da qui le venne l’idea di lanciare un tascabile di fumetti gialli.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quello
che non quadra è che lei raccontava di avere visto leggere Fantomas. I
romanzi di Fantomas hanno circa 400 pagine: troppe per ispirare un
tascabile smilzo.<br /> La risposta l’ho avuta indirettamente da Tiziano
Sclavi, il creatore di Dylan Dog. Sclavi ha donato molti dei suoi libri
alla biblioteca di Venegono Superiore, raggiungibile peraltro con le
Ferrovie Nord. Tra questi volumi, riconoscibili per l’<em>ex libris</em>
stampato con il suo nome, ho visto alcuni romanzi di Fantomas
pubblicati dalla Mondadori all’inizio degli anni sessanta: sono edizioni
condensate di circa 150 pagine.<br /> Ecco, la Giussani deve avere visto
uno di quei libri sul treno… Invece no, non è possibile neppure questo,
perché la serie della Mondadori inizia nel 1963, mentre Diabolik è del
1962. Quindi Angela Giussani si è confusa: forse si è ispirata a
Fantomas per averlo letto anni prima, mentre sulle Nord aveva visto i
famosi Gialli Mondadori o qualcosa del genere.</span></p></div><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Tra
l’altro, la casa editrice Astorina ha sempre avuto i propri uffici
vicino alla stazione milanese delle Ferrovie Nord, oggi Trenord, da dove
ogni giorno defluiscono i pendolari dalle province di Varese, Como e
Novara. Tra i quali, dai tempi delle scuole superiori, c’è anche il
sottoscritto.</span></p></div><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-elu09BWQ3No/VtCfHUfViOI/AAAAAAAAIlE/dgDC_EYM5iM/s1600/%2524%2528KGrHqN%252C%2521hsE1Qj-0Zp3BNiOTHDl5w%257E%257E_1.JPG"><img border="0" class="aligncenter" src="https://3.bp.blogspot.com/-elu09BWQ3No/VtCfHUfViOI/AAAAAAAAIlE/dgDC_EYM5iM/s1600/%2524%2528KGrHqN%252C%2521hsE1Qj-0Zp3BNiOTHDl5w%257E%257E_1.JPG" /></a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il disegnatore del primo numero di Diabolik non si sa chi sia, anche se gli è stato affibbiato il nome di <strong>Zarcone</strong>.
Nelle enciclopedie dovrebbe esserci scritto “Diabolik creato da Angela
Giussani e Zarcone (?)”, omettendo Luciana Giussani che non ha scritto
né disegnato l’albo, anche se assisteva la sorella in redazione. Invece,
tutti i testi ripetono pappagallescamente la fuorviante scritta che c’è
all’inizio dell’albo che attribuisce la creazione a entrambe.</span></p></div><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a class="separator" href="https://3.bp.blogspot.com/-j6Gcy2tg9sA/VtBQRVNWSLI/AAAAAAAAIhc/AKlr_ACqVQ0/s1600/Angela-e-Giuliana-Giussani-Diabolik-n.-1-Il-re-del-terrore.jpg"><img border="0" class="aligncenter" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-j6Gcy2tg9sA/VtBQRVNWSLI/AAAAAAAAIhc/AKlr_ACqVQ0/s640/Angela-e-Giuliana-Giussani-Diabolik-n.-1-Il-re-del-terrore.jpg" width="431" /></a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><span class="_5yl5"><br />
Anche il disegnatore della copertina del primo romanzo di Fantomas,
uscito nel lontano 1911, è sconosciuto. Aveva lasciato un’illustrazione
nella redazione della casa editrice Fayard senza dire il proprio nome e
non è più tornato per farsela pagare quando, con l’aggiunta di un
coltello insanguinato e di una mascherina, era stata usata come
copertina del primo romanzo del personaggio scritto da Pierre Souvestre e
Marcel Allain.</span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Io ho una teoria: entrambi i disegnatori sono lo stesso individuo… il Demonio! <em>Ahw! Ahw! </em></span></p></div><div class="separator"><div class="wp-caption aligncenter" style="width: 454px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8cApnR3-PQE/VtBSOUQ5YEI/AAAAAAAAIh0/-KyJtjmaHAc/s1600/Ottogiorni6.jpg"><img alt="Diabolik" border="0" height="633" src="https://1.bp.blogspot.com/-8cApnR3-PQE/VtBSOUQ5YEI/AAAAAAAAIh0/-KyJtjmaHAc/s1600/Ottogiorni6.jpg" width="444" /></a></span><p class="wp-caption-text"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><em>La copertina del primo romanzo di Fantomas</em></span></p></div><div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_67164" style="width: 697px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="Diabolik" aria-describedby="caption-attachment-67164" class="wp-image-67164 size-large" height="1024" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/10/Diabolik-prima-serie-02-Bibbo64_003-1-687x1024.jpg" width="687" /></span><p class="wp-caption-text" id="caption-attachment-67164"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><em>La prima pagina del secondo numero di Diabolik</em></span></p></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">A
seguito del grande successo, nel 1968 Diabolik ha avuto una versione
cinematografica. Fiacco ma non orribile, il film era stato prodotto da
Dino De Laurentiis con la regia di <strong>Mario Bava</strong>. Questa è la locandina per il mercato di lingua inglese. <i><br /> </i></span></p></div><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a class="separator" href="https://4.bp.blogspot.com/-OYvrlkrnS1o/VtCla837pgI/AAAAAAAAIls/aMUn4fbP978/s1600/DANGER%252BDIABOLIK.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://4.bp.blogspot.com/-OYvrlkrnS1o/VtCla837pgI/AAAAAAAAIls/aMUn4fbP978/s1600/DANGER%252BDIABOLIK.jpg" /></a>Non molti sanno che il nome di Diabolik è ispirato a un criminale vero. Si chiamava <strong>Diabolich</strong>,
con la ci e l’acca al posto della kappa. Una storia interessante che
voglio raccontare nei particolari andando a ritroso nel tempo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Mario Giliberti</strong>
è un giovane di 27 anni che viene da Lucera, in provincia di Foggia.
Come tanti meridionali è emigrato per fare l’operaio alla Fiat di
Torino. Vive nel retrobottega del negozio dello zio calzolaio, ormai
chiuso da tempo. La sera del 15 febbraio 1958, il giorno dopo San
Valentino, la festa degli innamorati, Mario riceve un ospite nel suo
piccolo appartamento.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Sembra conoscerlo bene, perché rimane in
pigiama e gli offre un caffè. Le due tazzine sporche restano sul tavolo.
C’è una tale confidenza che Mario si sdraia a letto. Si potrebbe
pensare, quindi, che sia un incontro amoroso. La luce viene spenta, e
pure questo particolare sembra confermare l’ipotesi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Invece sarà
un incontro di tutt’altro genere, perché lo sconosciuto afferra un
trincetto da calzolaio, ossia una lama affilata di una decina di
centimetri che trova sul posto e inizia a colpire Mario a scatti
irrefrenabili, una, due, tre, diciotto volte. La vittima cerca di
divincolarsi, ma ben presto si accascia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Lo sconosciuto accende la
luce, senza accorgersi di lasciare le proprie impronte insanguinate
sull’interruttore, e osserva Mario che non è ancora morto: la sua agonia
per dissanguamento durerà diverse ore.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Abbiamo definito
“sconosciuto” l’aggressore perché, secondo le successive ipotesi degli
inquirenti, si tratterebbe di un uomo: se fosse stato una donna, dopo la
prima coltellata la vittima avrebbe forse potuto sopraffarla.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">A
questo punto l’assassino comincia a esplorare la stanza. Più che al
denaro, sembra interessato a oggetti senza apparente valore. Per
esempio, prende un taccuino e, prima di intascarlo, strappa un foglio
per scriverci: “Riuscirete a trovare l’<em>assino</em>?”. Anche se nell’agitazione sbaglia a scrivere l’ultima parola, la sfida lanciata agli inquirenti è inedita per un delinquente.<br /> In strada è ancora buio, lo sconosciuto se ne va lasciandosi alle spalle il numero civico 20 di via Fontanesi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La
mattina del 25 febbraio vengono imbucate due lettere identiche
all’indirizzo del commissariato di polizia e del quotidiano cittadino,
“La Stampa”. Sono sicuramente missive scritte dall’assassino perché,
dopo dieci giorni, nessuno ha ancora scoperto il cadavere di Mario
Giliberti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Solo quel pomeriggio, infatti, alcuni parenti,
preoccupati perché il giovane non si fa più vedere al lavoro, telefonano
al custode dell’edificio in via Fontanesi chiedendogli di entrare in
casa per controllare. Il piccolo appartamento appare abbastanza in
ordine, l’assassino ha anche cercato di ripulire il pavimento.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quando
il custode trova il cadavere insanguinato di Mario, con il corpo
coperto da un cappotto e il volto da un lenzuolo, viene colto da malore.
I criminologi sostengono che i cadaveri vengono ricoperti dopo il
delitto dalle assassine, quasi mai dagli uomini.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Ma andiamo
avanti. Le lettere anonime arrivano a destinazione solo alcune ore dopo
la macabra scoperta. Nella parte iniziale presentano un gioco
enigmistico, nel quale si indica il luogo del delitto attraverso un
telestico, cioè un componimento in rima dove le ultime lettere formano
una frase.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Poi, nella parte finale, viene motivato l’omicidio di Giliberti: <em>“Un
tempo eravamo molto amici e portavamo la divisa in comune, poi lui mi
tradì come un cane. Adesso stava bene e la mia vendetta l’ha raggiunto.
Spero che scopriate il cadavere prima che diventi marcio”</em>. Firmato: “Diabolich”.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un
delitto clamoroso per il modo in cui è stato rivendicato, tanto che ne
parlano diffusamente anche i giornali di New York e di Parigi
solitamente poco o nulla interessati alla cronaca nera italiana: <em>“Diabolic assassin fantôme”</em>; assassino fantasma, lo definisce nel titolo “France Soir”.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nel portafoglio di Mario Giliberti, gli inquirenti hanno trovato una foto con dedica, <em>“in ricordo ai tempi felici”</em>,
che lo ritrae insieme a un commilitone durante il servizio militare.
Che sia lui l’assassino? Il giovane della foto aveva forse con Giliberti
una relazione omosessuale, o una “relazione particolare”, come si dice
negli anni cinquanta?</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nella stessa foto compaiono anche due
ragazze: quindi, in realtà, sembrerebbero due coppiette assolutamente
“normali”. Del resto, Giliberti aveva una fidanzata a Lodi, mentre a
Torino frequentava diverse donne.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Tra le quali una bionda
trentenne, prosperosa e ben piantata, vista più volte entrare in casa
sua, ma destinata a rimanere ignota. Una barista di via Fontanesi viene
interrogata più volte dalla polizia, senza essere ufficialmente
indagata.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Fatto piuttosto strano, Giliberti aveva in banca molti
più soldi di quanto ci si potrebbe aspettare da un modesto operaio.
Forse praticava l’usura e qualche cliente aveva deciso di farlo fuori
per non saldare i debiti?</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">In effetti la praticava: un debitore
racconta che, una volta, Giliberti lo aveva accolto in pigiama. Non
potendo restituirgli i soldi subito, lui gli aveva fatto capire che
avrebbe potuto concedere una dilazione in cambio dei favori della sua
giovane figlia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Probabilmente tutti i conti dei traffici di
Giliberti erano scritti nel taccuino portato via da Diabolich. Anche se
definirlo uno strozzino sembra eccessivo, dato che risulta facesse solo
piccoli prestiti a tassi d’interesse non proprio esosi.<br /> Comunque, gli inquirenti pensano che si tratti di un omicidio causato da gelosia tra omosessuali.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Aldo
C., il giovane della foto, viene individuato. Si tratta di un
bergamasco di buona famiglia, rispettato da tutti quelli che lo
conoscono. Ciò non basta per impedire che venga imprigionato.<br /> Gli
inquirenti apprendono che, sotto le armi, Mario e Aldo erano spesso in
compagnia di un terzo commilitone: venivano chiamati “le tre
monachelle”, forse in riferimento alle loro supposte tendenze
omosessuali. Questo terzo personaggio, però, non verrà mai identificato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Mario
Giliberti era veramente omosessuale, o bisessuale, dato che frequentava
diverse donne? Interrogato, Aldo C. racconta di averlo visto l’ultima
volta il 2 novembre 1957 (tre mesi prima del delitto), quando andò a
trovarlo pernottando a casa sua. Durante la notte, dice l’indiziato, gli
sentì proferire <em>«una proposta che mi fece inorridire»</em>. Solo allora Aldo C. afferma di avere conosciuto le inclinazioni del vecchio commilitone.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Alcune
nuove lettere di Diabolich, contenenti enigmi incomprensibili, arrivano
anche quando Aldo C. è già in cella (vi rimarrà quattro mesi e mezzo).
Gli inquirenti ritengono che il giovane bergamasco abbia ucciso
Giliberti perché lo ricattava, minacciando di rivelare la sua
omosessualità ora che stava per sposarsi e mettere su famiglia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quanto
alle lettere di Diabolich, i grafologi sono divisi. Per alcuni le ha
scritte sicuramente Aldo C., per altri no, malgrado le somiglianze. In
comune, Diabolich e Aldo C. hanno alcuni errori grammaticali. Per
esempio, scrivono <em>“l’uogo”</em> con l’apostrofo invece di <em>“luogo”</em>, ed entrambi a volte mettono le <em>“a”</em> in stampatello maiuscolo tra le parole in corsivo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Rimane
da spiegare come Aldo C. possa avere inviato le ultime lettere quando
era già in carcere. Servendosi di un complice, afferma il pubblico
ministero. Inoltre non si può essere sicuri di niente: se la prima
lettera era stata certamente scritta dall’assassino, perché spedita
poche ore prima della scoperta del cadavere, in seguito diversi mitomani
hanno copiato la calligrafia di Diabolich per inondare i giornali di
lettere apocrife.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Benché il bergamasco giuri di non essere andato a
Torino nei tre mesi successivi all’incontro, un testimone sostiene di
averlo visto nel capoluogo piemontese proprio nel giorno del delitto. Un
altro assicura che quella sera la sua auto era parcheggiata in via
Fontanesi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Sembrano prove stringenti, ma a un attento esame ognuna
presenta qualche falla. Al processo, l’imputato verrà assolto per
insufficienza di prove e in appello con formula piena.<br /> Tornerà alla vita di tutti i giorni, cercando di lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza. Morirà, pare, nel 1998.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Torniamo
a quando Aldo C. sta aspettando il processo e nella città di Torino
dilaga la paura. La gente, non credendo nella colpevolezza del
bergamasco, teme che l’inafferrabile Diabolich possa colpire di nuovo.
Di sera, si chiude in casa e non fa entrare nessuno. Un sospiro di
sollievo arriva quando “La Stampa” pubblica l’ultima lettera di
Diabolich, o di uno dei mitomani che imitano la sua calligrafia: <em>“Il mio delitto non è un gioco da ripetersi”</em>.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">L’unica cosa sicura in questa faccenda è che l’assassino ha letto un libro giallo uscito l’anno prima con il titolo <strong>“Uccidevano di notte”</strong>, scritto da <strong>Italo Fasan</strong> con lo pseudonimo di Bill Skyline. Nel romanzo, un serial killer firma i propri delitti con il nome Diabolicus.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Anche
questo personaggio di finzione invia lettere di sfida ai giornali e
agli inquirenti: è un attore fallito e malato che ha deciso di
trascorrere pericolosamente i suoi ultimi mesi di vita. Il libro viene
ristampato a seguito dell’omicidio nella città di Torino, cambiando il
nome del personaggio in Diabolic.<br /> Negli anni settanta, Italo Fasan
scriverà la serie a fumetti “Biondo e Rampino”, disegnata da Ruggero
Giovannini, per i primi numeri di <strong>Lanciostory</strong>.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Quando
le sorelle Giussani realizzano Diabolik, nel lancio pubblicitario
puntano su quel nome che, quattro anni dopo il delitto, è ancora nella
testa della gente: Diabolic, Diabolich, Diabolik o come diavolo si
chiamava. Anche i quotidiani milanesi trattato il caso, ovviamente, e
nell’ambiente del marito Gino si parlava molto di cronaca nera.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nell’aprile del 1962, qualche mese prima dell’uscita del tascabile a fumetti (a novembre) esce un film di <a href="https://www.giornalepop.it/rivalutiamo-steno-regista-non-solo-comico/" rel="noopener" target="_blank"><strong>Steno</strong></a> con <a href="https://www.giornalepop.it/rivediamo-le-5-scene-piu-divertenti-di-toto/" rel="noopener" target="_blank"><strong>Totò</strong></a>: <strong><em>Totò contro Diabolicus</em></strong>,
pure ispirato all’omicidio. Film che propone anche un costume nero per
il personaggio. Anche se il Diabolik di Angela Giussani è più un misto
di Fantomas e James Bond.<br /> Dalla letteratura alla realtà fino al cinema e al fumetto, il giro sembra completo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Cinquantacinque
anni dopo il delitto, il 20 gennaio 2013, il caso viene riaperto:
l’omicidio è l’unico reato che non cade mai in prescrizione. I
laboratori dell’Unità anticrimine della polizia di Roma iniziano ad
analizzare la foto della ditata di sangue sull’interruttore, nella
quale, con le limitate tecnologie dell’epoca, non si era stati in grado
di leggere l’impronta digitale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">L’attento esame viene effettuato
con sofisticati scanner di ultima generazione. Una volta definita
l’impronta digitale, il computer centrale della polizia inizia a
confrontarla con quelle prelevate in questura a tutte le persone che
hanno commesso reati.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Se Diabolich è mai stato condannato il
computer dovrebbe scoprirlo e dargli finalmente un nome, che sia ancora
in vita o meno. Ma in questi anni non sono state annunciate novità…
Diabolik ha sconfitto di nuovo Ginko!</span></p></div><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-297dRYQL_Nw/VtL3wA-NUtI/AAAAAAAAImc/rPZCNrtfUmg/s1600/eva.jpg"><img border="0" class="aligncenter" height="533" src="https://2.bp.blogspot.com/-297dRYQL_Nw/VtL3wA-NUtI/AAAAAAAAImc/rPZCNrtfUmg/s640/eva.jpg" width="640" /></a></span></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Passiamo a una facezia. Ecco alcune tavole tratte dal n. 21 di <strong>Satanik</strong>, “La luce che uccide”, dove <strong>Max Bunker</strong> e <strong>Magnus</strong> prendono pesantemente in giro le sorelle Giussani.</span></p><div class="separator"><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-xaRCXei3mCU/VtB9-pXTlLI/AAAAAAAAIiM/O9jpTxwSsIc/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_25_2R.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://3.bp.blogspot.com/-xaRCXei3mCU/VtB9-pXTlLI/AAAAAAAAIiM/O9jpTxwSsIc/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_25_2R.jpg" /></a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Lo
sceneggiatore Max Bunker/Luciano Secchi (che ancora oggi scrive Alan
Ford) si burla delle sorelle Giussani, ossessionate dai plagi di
Diabolik. Le due avevano mandato una diffida anche allo stesso Secchi,
accusandolo di avere imitato Diabolik con il suo <strong>Kriminal</strong>.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Angela,
l’unica sposata, appare afflitta dai tradimenti del marito Gino
Sansoni, forse reali perché i due si separeranno. Ciononostante Angela
salderà i debiti di Sansoni con stampatori e distributori, quando la sua
casa editrice si avvicinerà al fallimento. Il marito aveva lanciato
tante testate, nessuna di vero successo, mentre lei praticamente una
sola, Diabolik, ma con un risultato straordinario.</span></p></div><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-nOkp4Hc4c3Y/VtB-YH32BOI/AAAAAAAAIiQ/zru7A-4Gl-c/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_41_2R.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://1.bp.blogspot.com/-nOkp4Hc4c3Y/VtB-YH32BOI/AAAAAAAAIiQ/zru7A-4Gl-c/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_41_2R.jpg" /></a></span></div><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-PFSPrbekiKU/VtB-YGzTQrI/AAAAAAAAIiU/IJWjjoDBk8s/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_42_1L.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://3.bp.blogspot.com/-PFSPrbekiKU/VtB-YGzTQrI/AAAAAAAAIiU/IJWjjoDBk8s/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_42_1L.jpg" /></a></span></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Dopo l’uccisione del marito di Angela da parte di Satanik, le sorelle Giussani sono assetate di vendetta.</span></p><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-lAVYoVl3NB4/VtB--lKEZeI/AAAAAAAAIi4/2Ueix-Yc-kc/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_46_2R.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://4.bp.blogspot.com/-lAVYoVl3NB4/VtB--lKEZeI/AAAAAAAAIi4/2Ueix-Yc-kc/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_46_2R.jpg" /></a></span></div><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-QUymG6lSY4o/VtB--csphQI/AAAAAAAAIi0/5GaUODmFaSU/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_47_1L.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://2.bp.blogspot.com/-QUymG6lSY4o/VtB--csphQI/AAAAAAAAIi0/5GaUODmFaSU/s1600/Satanik.-.%2B021-La%2Bluce%2Bche%2Buccide_cropped_Pagina_47_1L.jpg" /></a></span></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">“La cagna”, cioè la tecnostrega Satanik, sta facendo un bagno di bellezza con il laser.<br />
Le sorelle assistono alla trasformazione di Satanik da mostro a
superfiga, e rimangono incenerite nel tentativo di imitarla (essendo,
almeno in questa parodia, bruttissime).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Gli antefatti dello
scontro con la strega dai capelli rossi li potete trovare nel post dove
racconto anche il mio ormai leggendario incontro con le sorelle
Giussani: <a href="https://www.giornalepop.it/stronza-di-satanik/" rel="noopener" target="_blank"><strong>“Quella stronza di Satanik”</strong></a>.</span></p><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a class="separator" href="https://1.bp.blogspot.com/-aSMGxurEI0I/VtCGcCzh9YI/AAAAAAAAIj0/vvI7l8YzDqo/s1600/jaguar-e-type-e-diabolik_16.jpg"><img border="0" class="aligncenter" height="627" src="https://1.bp.blogspot.com/-aSMGxurEI0I/VtCGcCzh9YI/AAAAAAAAIj0/vvI7l8YzDqo/s640/jaguar-e-type-e-diabolik_16.jpg" width="640" /></a></span></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Le Giussani non se la presero troppo per la parodia malevola e pochi anni dopo divennero addirittura quasi amiche di <strong>Luciano Secchi</strong>, permettendogli di pubblicare Diabolik in una serie di volumi della Editoriale Corno.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Concessero anche una intervista al suo braccio destro <strong>Maria Grazia Perini</strong>,
pubblicata da “Eureka” n. 154 del 1976. Nell’intervista si dice
esplicitamente che Diabolik è stato ideato dalla sola Angela (alla
faccia della Wikipedia), e che Luciana ha cominciato a collaborare ai
testi solo dal n. 14. Entrambe, infine, esprimono delle opinioni su
Secchi senza accennare alla parodia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-ASw8W7RwVhA/VtQmTpR0A6I/AAAAAAAAIpo/pd0X5KDGruM/s1600/013.jpg"><img border="0" class="aligncenter" src="https://3.bp.blogspot.com/-ASw8W7RwVhA/VtQmTpR0A6I/AAAAAAAAIpo/pd0X5KDGruM/s1600/013.jpg" /></a><br /><br /><br /><br /><br /><br /></span></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-56816546565744868252024-03-19T07:21:00.000-07:002024-03-19T07:21:51.092-07:00DYLAN DOG SMASCHERA (DAVVERO) JACK LO SQUARTATORE<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il primo numero di <strong>Dylan Dog</strong>, uscito nel 1986, mi era sembrato troppo artefatto, troppo costruito. La passione per il personaggio è scattata dal secondo episodio, dove lo stile brillante di <strong>Tiziano Sclavi</strong> si coniuga perfettamente con i suoi incubi. Purtroppo i personaggi odierni di Bonelli sono quasi tutti tristi, per niente divertenti. Vogliamo ancora personaggi brillanti, come il primo Dylan Dog!<br /><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgbT5mtjIyXXlAf1zj4EFZwpRTycd4-rbJLQdsTkeL0T7EzPP0E07bLx2fT43sAC2ASa_Ob2NnmbYqiuQEOuJho4X0Me_l86x45QpmyjsW4XGrxZ4r3btIOJMRaT99QOH_VQ6KpYwhmSLCpDdE4gO9bFU6XBA2XLfctsCT7XIobWBCWF-T28xZ_WlVigwM" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="800" data-original-width="2220" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgbT5mtjIyXXlAf1zj4EFZwpRTycd4-rbJLQdsTkeL0T7EzPP0E07bLx2fT43sAC2ASa_Ob2NnmbYqiuQEOuJho4X0Me_l86x45QpmyjsW4XGrxZ4r3btIOJMRaT99QOH_VQ6KpYwhmSLCpDdE4gO9bFU6XBA2XLfctsCT7XIobWBCWF-T28xZ_WlVigwM=w640-h230" width="640" /></a></span></div><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><br /><br /></span><p></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il secondo episodio era intitolato semplicemente <strong>“Jack lo squartatore”</strong>. Una bella ragazza assume Dylan Dog perché la scagioni da un delitto e alla fine scopriamo che la colpevole è proprio lei (per fare il riassunto molto in breve). La ragazza ha ucciso varie persone fingendosi Jack lo squartatore resuscitato per distrarre l’attenzione da un unico omicidio, quello che le avrebbe permesso di ereditare.</span></p>
<p class="separator" data-blogger-escaped-style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a data-blogger-escaped-style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" href="https://1.bp.blogspot.com/-csYO5Wwl4Bs/VtymfY-aviI/AAAAAAAAIvc/V66KzBo5IdY/s1600/a.d.n.-%2B012%2B-%2B12.png"><img alt="DYLAN DOG SMASCHERA JACK LO SQUARTATORE" border="0" class="aligncenter" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-csYO5Wwl4Bs/VtymfY-aviI/AAAAAAAAIvc/V66KzBo5IdY/s640/a.d.n.-%2B012%2B-%2B12.png" width="476" /></a></span></p>
<p class="separator" data-blogger-escaped-style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a data-blogger-escaped-style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" href="https://4.bp.blogspot.com/-amZsYOQHWUA/VtymjdeJSTI/AAAAAAAAIvk/QWdOaIaB1qs/s1600/a.d.n.-%2B061%2B-%2B61.png"><img border="0" class="aligncenter" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-amZsYOQHWUA/VtymjdeJSTI/AAAAAAAAIvk/QWdOaIaB1qs/s640/a.d.n.-%2B061%2B-%2B61.png" width="476" /></a></span></p>
<p class="separator" data-blogger-escaped-style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a data-blogger-escaped-style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" href="https://3.bp.blogspot.com/-zIsGPhkDX2g/Vtymi2B8_aI/AAAAAAAAIvk/ovCIDv77nYQ/s1600/a.d.n.-%2B093%2B-%2B93.png"><img alt="DYLAN DOG SMASCHERA JACK LO SQUARTATORE" border="0" class="aligncenter" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-zIsGPhkDX2g/Vtymi2B8_aI/AAAAAAAAIvk/ovCIDv77nYQ/s640/a.d.n.-%2B093%2B-%2B93.png" width="476" /></a></span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La forza dei primi episodi di Dylan Dog sta nei dialoghi brillanti, in totale contrasto con l’inquietudine che aleggia nelle pagine. Sembra di essere trascinati in una dimensione indefinita e folle. Non mi capitava da quando ero bambino di aspettare davanti all’edicola l’uscita del nuovo numero di un fumetto. Poi è finita abbastanza presto perché Tiziano Sclavi è andato a fare la "bella vita" lasciando il posto ad altri sceneggiatori che hanno scritto storie horror più convenzionali. Qui si avverte anche la debolezza di Sclavi come editor, presente dai tempi di <strong>Mister No</strong>, personaggio che ha reso convenzionale da anticonvenzionale che era (malgrado le storie scritte da lui fossero bellissime e prefiguratrici di Dylan Dog).</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Una volta, Sclavi aveva chiesto ad <strong>Alfredo Castelli</strong> di terminargli una sceneggiatura di Dylan Dog di 11 pagine che non riusciva a portare avanti. Castelli la girò a me, io la lessi e gliela restituii perché capivo che sarebbe stato impossibile renderla coerente. Allora Castelli la finì lui in qualche modo. Quelle pagine battute da Sclavi con la macchina per scrivere contenevano più errori che altro, si capiva che erano state scritte in uno stato di semiallucinazione. Con questo non voglio dire che l’alterazione mentale porta alla genialità (Sclavi stesso ha parlato dei suoi vecchi problemi con l'alcol). <br />Però ci stiamo allontanando da Jack lo squartatore. Per ricollegarci a Dylan Dog, e capire perché questo punto è così importante, dobbiamo fare un viaggio nel tempo.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nella storia che stiamo per raccontare quello che fa più orrore è forse la città di Londra, che nel <strong>1888</strong> è una tetra metropoli perennemente avvolta dallo smog, formato dal carbone bruciato dalle stufe delle case e dalle fabbriche. Milioni di famiglie operaie denutrite, devastate dall’alcolismo e da ogni genere di malattie, vivono ammassate nelle stanzette dei quartieri formicaio. Anche se l’epoca vittoriana, chiamata così dal nome della regina Vittoria, è famosa per la sua morale rigorosa, le vie brulicano di prostitute che si vendono per pochi penny. I mezzi di locomozione sono ancora i carri trainati dai cavalli che con i loro escrementi riducono le strade in letamai. Un accenno di modernità la portano i quotidiani che, sempre più diffusi, rappresentano la finestra sul mondo dei londinesi. In questo quadro fosco inizia la vicenda, sarebbe meglio dire la leggenda, di Jack lo squartatore. Chiamiamolo così, anche se il suo soprannome inglese, “the Ripper”, andrebbe tradotto più precisamente con “lo sventratore”.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Mary Ann Nichols</strong>, 43 anni, fa la prostituta nei sobborghi della città, a Whitechapel, il quartiere dove si svolge tutta la vicenda. Ha capelli castani tendenti al grigio, grigi sono anche gli occhi e il colorito. Sembra quasi che sia stata l’aria plumbea di Londra a colorarla così. Ha un viso delicato e un portamento elegante, anche se è un’alcolizzata. Ha abbandonato il marito dopo 24 anni di vita coniugale e, non riuscendo a trovare un lavoro fisso, è finita sul marciapiede. Questo 30 agosto del 1888 è una giornata fredda e piovosa: l’estate del nord è già terminata. All’una di notte la donna cerca riparo nella cucina di una pensione, ma viene scacciata perché non ha gli spiccioli per pagare un angolo dove sdraiarsi. Lei assicura che tornerà in breve tempo con i soldi. Trova tre clienti uno dopo l’altro, ma va a bersi tutto quello che ha guadagnato. Poco male, pensa, ne abborderà un quarto. Barcolla, è completamente ubriaca. Alle 3.45 di notte due passanti trovano, disteso sulla strada che porta a un mattatoio, il cadavere della prostituta ancora tiepido. Ha la gonna sollevata e presenta profondi tagli di coltello alla gola e sul ventre. Arrivano un poliziotto e un medico che, dopo un rapido esame, radunano tutte le proprietà che la donna portava con sé: un pettine, un fazzoletto e un pezzo di specchio. I giornali parlano diffusamente di questo delitto, compreso l’autorevole “The Times”, ma la faccenda sembra chiudersi lì. L’omicidio di una prostituta non ha mai interessato nessuno.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Annie Chapman</strong> ha 48 anni, anche lei fa la prostituta ed è alcolizzata. Ha cominciato a bere quando sua figlia è morta di meningite a 12 anni e il suo ultimogenito è nato disabile. Dopo aver mandato il bambino in un istituto, Annie si è separata dal marito e ha iniziato a vendere centrini, fiori e il proprio corpo, a seconda dell’occasione. Non si sente bene, perché malata di tubercolosi e per uno scontro fisico appena avuto con un’altra donna, entrambe innamorate dello stesso uomo. Ma dovendo pagare l’affitto settimanale, dopo la mezzanotte dell’8 settembre percorre i vicoli di Whitechapel alla ricerca di clienti. Secondo una testimone che la scorge da lontano, ne aggancia uno alle 5.30 del mattino. Venti minuti dopo viene ritrovata distesa davanti a un cortile. Ha la gola tagliata e il corpo terribilmente mutilato, alcuni organi interni le sono stati asportati. La testimone deve essersi sbagliata sull’ora, perché un “lavoro” del genere richiederebbe almeno due ore di tempo anche a una mano esperta.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">"Mi sono fissato con le prostitute e non smetterò di sventrarle finché non mi cattureranno”. Questo brano, stralciato da una lettera scritta con inchiostro rosso, arriva il 25 settembre a un’agenzia di stampa londinese. “La prossima volta strapperò le orecchie della signora e le manderò per scherzo alla polizia” continua la missiva, “il mio coltello è così bello e affilato che mi viene voglia di rimettermi subito al lavoro. Sinceramente vostro, Jack lo squartatore”. La lettera viene considerata il falso di un mitomane. Almeno all’inizio.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Elisabeth Stride</strong> è una svedese di 43 anni (il suo nome da nubile era Gustafsdotter), che si prostituisce da quando era ragazzina per sfuggire al duro lavoro nei campi. A 23 anni arriva a Londra con l’intenzione di cambiare vita, dato che il vecchio mestiere le ha regalato una grave malattia venerea. Lavora come domestica e sposa un carpentiere, poi si separa, inizia a bere e torna a prostituirsi. Viene vista per l’ultima volta verso la mezzanotte e mezza del 30 settembre, davanti alla sede di una organizzazione ebraica. Gli ebrei dell’Europa orientale sono numerosi in quella via e lei stessa, che abita lì vicino, oltre allo svedese e all’inglese, ha imparato la loro lingua di origine tedesca, l’yiddish. Sempre in quel punto, la donna verrà trovata cadavere da un cocchiere poco dopo. Le è stata tagliata solo la gola, l’assassino non ha avuto il tempo di sventrarla come le altre due, perché la zona è molto frequentata. Deluso, Jack tornerà a colpire quella stessa notte.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La quarta vittima si chiama <strong>Catherine Eddowes</strong>, una prostituta di 46 anni. Intelligente e dotata di una certa cultura, la donna si vende per poter pagare l’affitto dopo essersi separata dal marito: sempre la stessa storia. Il giorno prima era stata arrestata per ubriachezza molesta. Lasciando la stazione di polizia, Catherine si dirige verso casa fermandosi davanti a una chiesa verso l’una e mezza di notte. Sarà ritrovata sgozzata e sventrata. Oltre ad alcuni organi interni, l’assassino le ha tranciato un orecchio.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il primo ottobre arriva una seconda missiva di Jack all’agenzia di stampa, nella quale si rivendicano entrambi i delitti. Siccome è stata imbucata prima dell’uscita dei giornali che riportano la notizia, la polizia comincia a prendere sul serio questa lettera e la precedente. I quotidiani le pubblicano, rendendo nota l’esistenza di Jack lo squartatore. L’ultima lettera arriva il 15 ottobre, ed è la più famosa delle tre, anche perché reca l’intestazione <strong>“from Hell”</strong>: dall’inferno (sarà il titolo di un coinvolgente fumetto di <strong>Alan Moore</strong> che nel 2001 diverrà un film, con Johnny Deep). Stavolta è accompagnata dalla prova che l’estensore è veramente l’assassino: una scatoletta con una porzione di rene umano. “L’altro pezzo l’ho fritto per mangiarlo” spiega Jack, “era molto buono”.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Mary Kelly</strong> ha il discutibile onore di essere la quinta e ultima vittima dello squartatore. Si tratta di una donna più giovane delle altre quattro, avendo 25 anni. Molto attraente, ha capelli rossi e occhi azzurri. Nata in Irlanda, arrivò in Inghilterra da bambina con i genitori. Si prostituisce da quando il marito è morto nell’esplosione di una miniera. A mezzanotte e mezza del 9 novembre, una vicina di casa la sente cantare a squarciagola: è sempre così, pensa, quando la giovane alza il gomito. La stessa vicina, dopo essere uscita e rientrata a tarda notte, sente qualcuno andarsene dall’appartamento della Kelly alle 5.45 del mattino. Il giorno dopo, il padrone di casa manda un assistente a riscuotere l’affitto settimanale e quelli precedenti, dato che la donna non paga da diverso tempo. Visto che non risponde nessuno, entra sfondando la finestra. Il cadavere di Mary Kelly è irriconoscibile a causa dei numerosi sventramenti.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Con tutti gli elementi a disposizione, il dottor <strong>Thomas Bond</strong>, su incarico dalla polizia, delinea un profilo della personalità di Jack lo squartatore. La motivazione delle uccisioni è probabilmente sessuale, anche se le vittime non sono state violentate. L’assassino agisce sotto l’impulso di una profonda rabbia e di risentimento nei confronti delle donne. Non è un chirurgo o un macellaio, perché i suoi tagli imprecisi rivelano che non ha alcuna conoscenza anatomica. Il capo della polizia,<strong> Melville MacNaghten</strong>, sospetta cinque uomini, come scriverà in un memorandum del 1894 (reso pubblico nel 1959).</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Il primo è <strong>Montague John Druitt</strong>, che si è suicidato il primo dicembre 1888 buttandosi nel Tamigi. Figlio di un noto medico, Druitt era un giovane avvocato che aveva preferito fare l'insegnante. Contro di lui, in sostanza, c’è solo il fatto che si sia ucciso alla fine della catena dei delitti di Jack.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un altro è <strong>Jacob Levy</strong>, macellaio ebreo che odia le prostitute in quanto a causa loro ha contratto la sifilide.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Poi c’è <strong>Aaron Kosminski</strong>, parrucchiere polacco di religione ebraica. Possiede due case vicino alle quali sono avvenuti i delitti. L’uomo ha turbe mentali che gli provocano odio nei confronti delle donne e tendenze omicide, tanto che negli anni successivi finirà in manicomio, dove morirà nel 1919.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>George Chapman</strong>, apprendista chirurgo polacco che in realtà si chiama Severin Klosowski. Le sue tendenze assassine verranno effettivamente accertate nel 1902, quindi alcuni anni dopo la redazione del memorandum. Viene impiccato l’anno successivo con l’accusa di avere avvelenato tre donne.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>Francis Tumblety</strong>, un falso medico che ha fatto fortuna vendendo erbe medicinali, ex marito di una prostituta, odia le donne e colleziona uteri sotto spirito. In America era stato accusato della morte di una donna e di complicità nell’omicidio del presidente Lincoln in quanto amico dell’assassino, John Wilkes Booth. Entrambe le volte, però, era stato scagionato.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><strong>William Bury</strong> è l’ultimo della lista dei sospetti. Nel 1889, un anno dopo i delitti, Bury strangola la moglie, una ex prostituta. Quindi la sventra e la nasconde in un baule. Scoperto, viene impiccato.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">In epoca molto più recente, nel 2006, un’equipe di medici coordinata dal dottor <strong>Ian Findlay</strong>, dell’università australiana di Brisbane, riesce a estrarre il Dna dalla saliva essiccata dietro il francobollo di una lettera firmata da Jack lo squartatore. Si è potuto ricostruire solo parzialmente il Dna, che risulterebbe essere con buona probabilità quello di una donna.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Un libro uscito in Inghilterra nel 2012, “Jack the Ripper: The hand of a woman” (“Jack lo squartatore: la mano di una donna”), riprende questa ipotesi. L’autore, <strong>John Morris</strong>, un ex avvocato di 62 anni, sostiene che il serial killer era in realtà <strong>Lizzie Williams</strong>, moglie del medico reale sir <strong>John Williams</strong>, il quale era finito pure lui tra i sospettati per essere poi rapidamente scagionato. Lizzie, all’epoca 38enne, avrebbe ucciso e sventrato le cinque prostitute perché non poteva avere figli e ne soffriva. Il fatto che nessuna vittima fu violentata potrebbe indicare che in effetti l’assassina fosse una donna; inoltre, nella scena di un delitto furono trovati i bottoni di uno stivaletto femminile e in un’altra un pezzo di indumento femminile che non apparteneva alla prostituta. Il movente, però, non mi sembra del tutto convincente.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Nel 2013, <strong>Antonia Alexander</strong>, discendente dell’ultima prostituta uccisa, ha identificato la foto posta in un medaglione che Mary Kelly aveva ricevuto in regalo: è quella dell’amante sir John Williams, il medico reale sposato con Lizzie. Che i due fossero amanti era già stato ipotizzato dagli investigatori dell’epoca, quando lo sospettarono. Secondo la Alexander, non Lizzie, ma John Williams era Jack lo squartatore.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">L’omicidio di Mary Kelly, l’ultimo della serie, fu di gran lunga il più efferato, date le misere condizioni in cui si ritrovò il corpo. Io, oggi, posso brillantemente chiudere il caso una volta per tutte rivelando per la prima volta, al mondo che mi sta leggendo attonito, il vero movente di queste uccisioni. <strong>In realtà, Lizzie Williams avrebbe voluto eliminare per gelosia la sola Kelly ma, per non fare cadere i sospetti su di lei (e anche per “sfogarsi” della rabbia che la divorava), ha prima ucciso le altre prostitute e scritto lettere ai giornali, in modo da creare nella mente degli investigatori un immaginario serial killer maschio.</strong> Dopo avere torturato a morte la sua rivale in amore, non ha avuto altri motivi per continuare a uccidere. Indicativo il fatto che solo l’ultima vittima sia stata uccisa in casa, dove poteva esserci solo lei; e non, come tutte le altre, in strada dove non si sa mai quale prostituta si possa incontrare.</span></p>
<p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Prima di conoscere le scoperte degli ultimi anni sul caso di "Jack", avevo intuito il movente grazie a un romanzo di <strong>Agatha Christie</strong> ("La serie infernale" del 1936) dove, appunto, un assassino uccide varie persone per coprire il vero obiettivo. Ora, rileggendo il secondo episodio di Dylan Dog del 1986, scopro che Tiziano Sclavi era già arrivato alla verità con i suoi poteri medianici; anche se la storia di Dylan Dog è ambientata ai giorni nostri, con altri personaggi e moventi.</span></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-61824889960828982024-03-19T06:20:00.000-07:002024-03-19T06:38:46.109-07:00FLASH GORDON E L’ART DÉCO<span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Flash
Gordon esce per la prima volta nel 1934, grazie alla King Feature
Syndacate, la maggiore agenzia di distribuzione di fumetti dei
quotidiani americani. Pur essendo una copiatura spudorata di Buck
Rogers, il primo personaggio di fantascienza dei fumetti creato nel
1929, Flash Gordon ha molto più successo.</span><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">I testi di Gordon sono
di Don Moore, redattore dei romanzi fantascientifici di Edgar Rice
Burroughs, l’autore di Tarzan. Nella fortunata serie di libri dedicata a
John Carter di Marte, Burroughs trasporta dall’Africa al pianeta rosso i
popoli fantastici e le tante regine dominatrici di Tarzan. In Gordon,
Moore replica esattamente la formula di Burroughs fino alla nausea,
senza mai un guizzo, un’idea nuova.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">La situazione è salvata dai
disegni di Alex Raymond, un autore che, pur utilizzando la fotografia,
possiede uno stile idealizzato, classicheggiante, che si adatta
perfettamente al fumetto e influenzerà gli autori di tutto il mondo
(salvo quelli giapponesi). Anche se non è dotato di particolare
fantasia, Raymond riesce a introdurre con successo gli elementi
fantastici richiesti dalla storia.</span></p><p><img alt="women-of-flash-gordon-2" class="aligncenter wp-image-6030 size-large" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/women-of-flash-gordon-2-859x1024.jpg" width="538" /> <br /></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Mentre
Dick Calkins, il disegnatore medicore di Buck Rogers, si ispira alle
illustrazioni realizzate negli anni venti da Frank R. Paul per le pulp,
Raymond è totalmente immerso nello streamline moderno degli anni trenta.
Lo streamline è una diramazione dell’art déco, anche se, secondo me,
dal punto di vista teorico deriva anche dal futurismo (si pensi ai
progetti fantastici dell’architetto Antonio Sant’Elia).<br /> Mussolini,
che al contrario di Hitler non disprezzava l’architettura moderna, anche
se neppure l’amava, permise la costruzione di alcuni esempi di
streamline. Per esempio, a Saronno, vicino al paese dove abito, c’è una
scuola che sembra uscita da un dipinto di Edward Hopper. Comunque, il
duce preferì che lo streamline fiorisse nell’Africa italiana: Asmara, la
capitale della colonia eritrea, divenne la prima vera Wakanda (cioè una
città avveniristica nel Continente Nero un po’ sul tipo di quella
disegnata da Jack Kirby nei Fantastici Quattro).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Per creare la tecnologia aliena, Alex Raymond prende ispirazione dalle riviste “Popular Science” e “Popular Mechanics”.</span></p><div class="separator"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-GD2dGUZ8Gd4/Vu0xbBXH2tI/AAAAAAAAJfU/fuHlghT30XQ2wPPUuIQCeLCjpeebdq0gQ/s1600/1930.314-1.jpg"><img border="0" class="aligncenter" height="640" src="https://2.bp.blogspot.com/-GD2dGUZ8Gd4/Vu0xbBXH2tI/AAAAAAAAJfU/fuHlghT30XQ2wPPUuIQCeLCjpeebdq0gQ/w461-h640/1930.314-1.jpg" width="461" /></a></span></div><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Questa
copertina del 1930 presenta un dirigibile a “propulsione marina”, con
un disegno ornamentale sulla punta che lo fa sembrare uno dei futuri
razzi di Flash Gordon</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="1940-440-1" class="aligncenter wp-image-6032 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1940.440-1.jpg" width="461" /><br /></span> <span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Invece i razzi venivano immaginati così, con delle inutili ali laterali, proprio come li vediamo in Flash Gordon</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="1932-122-9" class="aligncenter wp-image-6033 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1932.122-9-1.jpg" width="453" /> <img alt="1933-133-6" class="aligncenter wp-image-6034 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1933.133-6.jpg" width="461" /> <img alt="1935-383-1" class="aligncenter wp-image-6035 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1935.383-1.jpg" width="461" /> <img alt="1936-386-1" class="aligncenter wp-image-6036 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1936.386-1.jpg" width="461" /> <img alt="1937-403-1" class="aligncenter wp-image-6037 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1937.403-1.jpg" width="461" /> <img alt="1945-504-1" class="aligncenter wp-image-6038 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1945.504-1.jpg" width="461" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Altri veicoli che all’epoca si pensavano realizzabili in un periodo abbastanza breve</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">All’inizio
della saga, Gordon sbarca su Mongo, un pianeta dominato dal tiranno
Ming, una versione aliena di Fu Manchu. Gli abitanti di Mongo
(ovviamente da Mongolia, come mongoli sono in nemici di Buck Rogers)
hanno la pelle gialla e un look orientaleggiante; anche se le genti
dell’estremo oriente, in realtà, hanno la pelle olivastra. Il dio locale
è Tao, che rimanda al taoismo cinese.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">I cinesi, considerati dai
“bianchi” una minaccia potenziale, sono i nemici per eccellenza
dell’immaginario popolare dell’epoca. Però dal 1937, quando il Giappone
invade Ia Cina trasformandola in vittima, si cerca di togliere da Gordon
i riferimenti a questo paese: la pelle degli abitanti di Mongo da
gialla diventa rosa.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Ora il nemico è Hitler, e Mongo si nazifica.
Compaiono i monocoli, le divise ricordano quelle tedesche. Non basta,
dopo avere ucciso frettolosamente Ming (che con il nome ricorda una
dinastia cinese e quindi non va più bene nella mutata situazione
internazionale), Gordon torna sulla Terra per combattere dei similnazi
nell’abbigliamento e similsovietici nei nomi: evidentemente disegantore e
sceneggiatore la pensavano in maniera diversa (e comunque Unione
Sivietica e Germania nazista erano stati amici per un po’ di tempo).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Una
brutta storia fantaspionistica nello stile che andava di moda nelle
pulp, tipo “G8 and his Battle Aces” (James Bond ne è solo una pallido
eco).<br /> Ma il fascino di Gordon sta tutto nel fantastico mondo di Mongo, e l’eroe viene rimandato sul lontano pianeta.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Le bellissime donne di Flash Gordon</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="6a00d8341c684553ef0192ac1dee67970d-pi" class="aligncenter wp-image-6041 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/6a00d8341c684553ef0192ac1dee67970d-pi.jpg" width="512" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="flash-sunday6oct40det" class="aligncenter wp-image-6042 size-large" height="383" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/Flash-sunday6oct40det-1024x613.jpg" width="640" /> <img alt="flash" class="aligncenter wp-image-6043 size-large" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/flash-520x1024.jpg" width="325" /> <img alt="ray-raymondflash11-03-40p6detail" class="aligncenter wp-image-6044 size-full" height="616" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/Ray-RaymondFlash11-03-40p6detail.jpg" width="640" /> <img alt="nefxtruj_2711131040191" class="aligncenter wp-image-6045 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/nEFxTRUj_2711131040191.jpg" width="640" /> <img alt="selec17a" class="aligncenter wp-image-6046 size-full" height="394" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/selec17a.jpg" width="640" /> <img alt="210" class="aligncenter wp-image-6047 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/210.png" width="627" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Un po’ di sadomaso per i piccoli lettori dell’inserto a colori dei quotidiani americani degli anni trenta: tempi</i><i> in cui non ci si preoccupava molto della delicatissim</i><i>a psiche dei bambini<br /> <img alt="1247649256608_f" class="aligncenter wp-image-6051 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/1247649256608_f.jpg" width="614" /><br /> <img alt="14408_fustigazioneoriginaleb_ridimensionare" class="aligncenter wp-image-6048 size-full" height="487" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/14408_fustigazioneoriginaleb_ridimensionare.jpg" width="640" /> <img alt="tumblr_mdsesn7vrb1qzr8nao2_500" class="wp-image-6049 size-full aligncenter" height="511" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/tumblr_mdsesn7vRb1qzr8nao2_500.jpg" width="640" /> <img alt="tumblr_mdsesn7vrb1qzr8nao1_500" class="aligncenter wp-image-6050 size-full" height="511" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/tumblr_mdsesn7vRb1qzr8nao1_500.jpg" width="640" /> </i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>ll terribile, ma carismatico Ming, sta per creare qualche guaio al suo genero principe Barin di Arboria, la città sugli alberi</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="alexraymond-1a" class="aligncenter wp-image-6053 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/AlexRaymond-1a.jpg" width="544" /> <img alt="flash_raymond" class="aligncenter wp-image-6054 size-full" height="394" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/flash_raymond.jpg" width="640" /> <img alt="alexraymond-2a" class="aligncenter wp-image-6055 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/AlexRaymond-2a.jpg" width="530" /> <img alt="alex-raymond-1937-39-2" class="aligncenter wp-image-6056 size-large" height="370" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/Alex-Raymond-1937-39-2-1024x592.jpg" width="640" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Rettili inquietanti</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="2r5fggw" class="aligncenter wp-image-6057 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/2r5fggw.jpg" width="404" /> <img alt="2uskas3" class="aligncenter wp-image-6058 size-full" height="444" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/2uskas3.jpg" width="640" /> <img alt="35dbygp" class="aligncenter wp-image-6059 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/35dbygp.jpg" width="464" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><i>Il richiamo invincibile dell’avventura</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="fgt19380703" class="aligncenter wp-image-6060 size-full" height="512" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/FGT19380703.png" width="640" /> <img alt="outlaws-of-mongo2" class="aligncenter wp-image-6061 size-large" height="504" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/outlaws-of-mongo2-1024x806.jpg" width="640" /> <img alt="tumblr_nuf1ijio4y1rnvulyo1_1280" class="aligncenter wp-image-6062 size-large" height="394" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/tumblr_nuf1ijiO4Y1rnvulyo1_1280-1024x630.jpg" width="640" /> <img alt="flashgordon" class="wp-image-6063 size-large aligncenter" height="388" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/FlashGordon-1024x620.jpg" width="640" /> <img alt="sunday3oct37" class="aligncenter wp-image-6064 size-full" height="506" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/sunday3oct37.jpg" width="640" /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p><div class="wp-caption aligncenter" id="attachment_68503" style="width: 1898px;"><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="Flash Gordon" aria-describedby="caption-attachment-68503" class="wp-image-68503 size-full" height="640" src="https://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/30082248378_c648d20416_o.jpg" width="420" /></span><p class="wp-caption-text" id="caption-attachment-68503"><i><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Negli anni trenta Larry Crabbe interpreta Flash Gordon in tre serial cinematografici</span></i></p></div><p><i><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></i></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;">Alex
Raymond cercava il successo anche come illustratore, ma non gli andò
molto bene: aveva idee per lo più banali e un segno superato. La prima
illustrazione di questa serie, didascalicamente “chi va forte va alla
morte”, è sinistramente profetica, dato che Raymond morirà a soli 46
anni guidando un’auto sportiva lanciata a tutta velocità nel 1956.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"><img alt="raymonddeathscythel" class="aligncenter wp-image-6065 size-full" height="400" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/RaymondDeathScytheL.jpg" width="364" /> <img alt="3938796343_a600fc45de_o" class="aligncenter wp-image-6066 size-full" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/3938796343_a600fc45de_o.jpg" width="422" /> <img alt="16_readyroom" class="aligncenter wp-image-6067 size-full" height="499" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/16_readyRoom.jpg" width="640" /> <img alt="alex-raymond-8211-dibujos_3_636714" class="aligncenter wp-image-6070 size-large" height="640" src="http://www.giornalepop.it/wp-content/uploads/2016/09/alex-raymond-8211-dibujos_3_636714-725x1024.jpg" width="453" /><br />
Dopo la guerra, Alex Raymond smette di disegnare fumetti
fantascientifici, che probabilmente odiava, per realizzare Rip Kirby, un
newyorkese che si muove in un mondo glamour simile a quello delle
illustrazioni dei periodici femminili. Una specie di compromesso tra
quello che Raymond avrebbe voluto fare e il mestiere di fumettista che,
per fortuna nostra, il destino gli ha riservato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: x-large;"> </span></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-84834406076089069452022-09-10T06:06:00.000-07:002022-09-10T06:06:16.368-07:00TOPOLINO È UN NERO O UN BIANCO?<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhzV9Htcp_VEccXuOCn7JHENhJB_uVIoU_FsRrOrLHQJ0L7IWBpHjBxDIdAlPdR2ZZTFWHySMRwG2cHOo5VWqI69PT5z88ieSFQ9j7NGYZMbgJXOrAQ8Of-ymDaYxxJLWR-Q2fNHBYhtVg28TtNe9cDh3F4-7zqRT9jes4a-si9oOfT0seO8EqZ_sAX" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhzV9Htcp_VEccXuOCn7JHENhJB_uVIoU_FsRrOrLHQJ0L7IWBpHjBxDIdAlPdR2ZZTFWHySMRwG2cHOo5VWqI69PT5z88ieSFQ9j7NGYZMbgJXOrAQ8Of-ymDaYxxJLWR-Q2fNHBYhtVg28TtNe9cDh3F4-7zqRT9jes4a-si9oOfT0seO8EqZ_sAX=w640-h640" width="640" /></a></div><br /><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: arial;"><span class="gvxzyvdx aeinzg81 t7p7dqev gh25dzvf tb6i94ri gupuyl1y i2onq4tn b6ax4al1 gem102v4 ncib64c9 mrvwc6qr sx8pxkcf f597kf1v cpcgwwas m2nijcs8 hxfwr5lz k1z55t6l oog5qr5w tes86rjd pbevjfx6 ztn2w49o" dir="auto">Secondo
me i personaggi dei primi cartoni animati erano neri e avevano i guanti
sull'esempio dei comici bianchi che imitavano gli afroamericani
dipingendosi la pelle del viso, ma non quella della mani perché sarebbe
stato scomodo: per questo indossavano i guanti. <br /><br />La scelta viene invece
spiegata dagli esperti come soluzione ai problemi di visualizzazione dei
personaggi, ma proprio questa specifica soluzione potrebbe essere stata
ispirata alle parodie dei neri. <br /><br />In breve, questo <span></span>vuol dire che Topolino è un bianco dipinto di nero!</span></span></span><br /><br /><br /><br /><br /><br /><p></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-13716606294228632162022-04-28T09:50:00.006-07:002022-04-28T09:50:53.319-07:00QUANDO GESÙ INCONTRÒ I BEATLES<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjhMQWiJbdknCcxm0fYi96UGs0eM7XqpHyHh5qqJ1RlcThy-5wm-544O4BNh8T5xOYHTJEOplLpEISg5AfIOtbx3XwrsOFzwKdglezR2yNCa79Q9DLuTAzFDuatAF4iW3nutz9_O0kx5T4_8iUvJSVBOYpJ70myPvCiU_8x9ehKZCjY07wvzkovZC0x" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img data-original-height="906" data-original-width="1003" height="577" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjhMQWiJbdknCcxm0fYi96UGs0eM7XqpHyHh5qqJ1RlcThy-5wm-544O4BNh8T5xOYHTJEOplLpEISg5AfIOtbx3XwrsOFzwKdglezR2yNCa79Q9DLuTAzFDuatAF4iW3nutz9_O0kx5T4_8iUvJSVBOYpJ70myPvCiU_8x9ehKZCjY07wvzkovZC0x=w640-h577" width="640" /></a></div><p></p><p> </p><p><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: arial;">(Altre facezie le trovi nel nostro gruppo di Facebook MOMENTO POP cliccando qui: <a href="https://www.facebook.com/groups/1791129604449853/">https://www.facebook.com/groups/1791129604449853/</a>)</span></span><br /></p><p><br /></p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-57330329536385380372022-03-26T13:01:00.002-07:002022-04-03T04:07:24.467-07:00FIGHTING AMERICAN CONTRO IL ROSSO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg4pAoMWSHv6ngUr_3yaUmlWB_kzeWsH9pJ8qnxfp256Chhf05b5IA27rD0r_SWXuDvTo_B0koBTa6nz4IIQwBiGZ3gXLYOQ1i08Qo5C5xrvYSA0LUCRD-_kbbgvC3zIxzqzQMCsVgEJw2j6G_d6KzfNolLheUaThpxNxkguAKzz3Bou2GSZ3HEnHKU" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img data-original-height="1647" data-original-width="1180" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg4pAoMWSHv6ngUr_3yaUmlWB_kzeWsH9pJ8qnxfp256Chhf05b5IA27rD0r_SWXuDvTo_B0koBTa6nz4IIQwBiGZ3gXLYOQ1i08Qo5C5xrvYSA0LUCRD-_kbbgvC3zIxzqzQMCsVgEJw2j6G_d6KzfNolLheUaThpxNxkguAKzz3Bou2GSZ3HEnHKU=w459-h640" width="459" /></a></div><br /><p></p><p> <span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: arial;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql oi732d6d ik7dh3pa ht8s03o8 a8c37x1j fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"></span></span></span></p><div class="kvgmc6g5 cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql ii04i59q"><div dir="auto" style="text-align: start;"><div class="bi6gxh9e" data-block="true" data-editor="cv84j" data-offset-key="4vlnu-0-0"><div class="_1mf _1mj" data-offset-key="4vlnu-0-0"><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: arial;"><span data-offset-key="4vlnu-0-0"><span data-text="true"><b>Super-Khakalovitch</b>, </span></span><span><span data-offset-key="4vlnu-1-0"><span data-text="true">avversario</span></span></span><span data-offset-key="4vlnu-2-0"><span data-text="true"> russo di Fighting American, ha il superpotere della puzza ai piedi.<br /><br /></span></span></span></span></div></div></div></div><div dir="auto"><div class="ecm0bbzt hv4rvrfc ihqw7lf3 dati1w0a" data-ad-comet-preview="message" data-ad-preview="message" id="jsc_c_8j"><div class="j83agx80 cbu4d94t ew0dbk1b irj2b8pg"><div class="qzhwtbm6 knvmm38d"><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: arial;"><span><span><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql oi732d6d ik7dh3pa ht8s03o8 a8c37x1j fe6kdd0r mau55g9w c8b282yb keod5gw0 nxhoafnm aigsh9s9 d3f4x2em iv3no6db jq4qci2q a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id hzawbc8m" dir="auto"><div class="cxmmr5t8 oygrvhab hcukyx3x c1et5uql o9v6fnle ii04i59q"><div dir="auto" style="text-align: start;">Joe Simon e Jack Kirby, 1955.</div></div></span></span></span></span></span></div></div></div></div><p> </p><p> </p><p> </p>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-61584571161614269932020-01-11T08:09:00.001-08:002020-12-17T09:08:11.780-08:00TARZAN DA JACOVITTI A TERENGHI PASSANDO PER TOTÒ<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2sIMkoEqaDD-1r4MELMTqoLkq7jnYBR8LsAcZWfiViqlTYimY3LoqVCAq7vMedq66MzoDRgNxnIpFXyRdoQ7ALuD9RJVVuAncr0e9jLUocMoU4LGgKlFCzzYqiNZ8BYlubcbVIozsBjo/s1600/Giraffone35-811x1024.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2sIMkoEqaDD-1r4MELMTqoLkq7jnYBR8LsAcZWfiViqlTYimY3LoqVCAq7vMedq66MzoDRgNxnIpFXyRdoQ7ALuD9RJVVuAncr0e9jLUocMoU4LGgKlFCzzYqiNZ8BYlubcbVIozsBjo/s640/Giraffone35-811x1024.jpg" width="478" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: arial;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: x-large;">Bombetta e coda leopardata da <b>L'Onorevole Tarzan</b> di Jacovitti (1948)...</span></span> </span></div><span style="font-family: arial;">
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;">
</span></div><span style="font-family: arial;">
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div><span style="font-family: arial;">
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrxg7gDCdkud6AAz0nzWm5icnA2wQWPO5DF5WSKWEHhsOW_0E1EvVM_Hm0bdtE1DreawMShzR73HdMeiPgvnlRpijbwcXa0acPgxzSCRq4m60Y0BkI12diNA1WNIJgq_tc-U7-5FByFRw/s1600/82970871_2665696766801638_7830151905220231168_o.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrxg7gDCdkud6AAz0nzWm5icnA2wQWPO5DF5WSKWEHhsOW_0E1EvVM_Hm0bdtE1DreawMShzR73HdMeiPgvnlRpijbwcXa0acPgxzSCRq4m60Y0BkI12diNA1WNIJgq_tc-U7-5FByFRw/s640/82970871_2665696766801638_7830151905220231168_o.jpg" width="453" /> </a> <span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: x-large;"><br /><br />... al
film <b>Totò Tarzan</b> (1950)...<br /><br /></span></span></span></div><span style="font-family: arial;">
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHepily6ZqDZHVZ2TVOwRO8nKVfVl2l8erm9bx4rbpQLwSDRfwI5wNMnbfDWvL-W3kYG7gk1ODLOSkLyt-C2kLdM_rhtnKMHFttlq4BqbajTHv_D_u8uOs3j0tQfvloSTQ5Hzk_lxuKhE/s1600/82142584_2665696676801647_7731676418316173312_o.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="630" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHepily6ZqDZHVZ2TVOwRO8nKVfVl2l8erm9bx4rbpQLwSDRfwI5wNMnbfDWvL-W3kYG7gk1ODLOSkLyt-C2kLdM_rhtnKMHFttlq4BqbajTHv_D_u8uOs3j0tQfvloSTQ5Hzk_lxuKhE/s640/82142584_2665696676801647_7731676418316173312_o.jpg" width="640" /></a></span></div><span style="font-family: arial;">
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: arial;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif"><span style="font-size: x-large;"><br />... fino a <b>Tarzanetto</b> di Terenghi (1954).</span></span> </span></div>
Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-4517308908934848582019-10-05T12:05:00.001-07:002021-04-29T06:46:42.986-07:00I COMUNISTI ODIANO IL FUMETTO!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQoku9_lAo-YlkbWtPa5LaEZjurws1GVHF8623I6OaS92R8i-lEkqYxmJJdjayKL5TfJ4YEPKfxCKTRxYKfE7C1AosPCupeFT9NIjAYUw3Kc5Yg7b38uSRmZUaPYGFgcAATyEtbrkjUpU/s1600/tumblr_pyjqjhobsf1rhjbado1_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQoku9_lAo-YlkbWtPa5LaEZjurws1GVHF8623I6OaS92R8i-lEkqYxmJJdjayKL5TfJ4YEPKfxCKTRxYKfE7C1AosPCupeFT9NIjAYUw3Kc5Yg7b38uSRmZUaPYGFgcAATyEtbrkjUpU/s1600/tumblr_pyjqjhobsf1rhjbado1_1280.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: arial;"><span><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif">Nel 1954, durante la feroce persecuzione del fumetto, accusato di essere
violento e contro gli interessi nazionali, la <b>Ec Comics</b> risponde che <i>"il gruppo
più desideroso di distruggere il fumetto sono i comunisti"</i>. Per
dimostrarlo cita un articolo del <b>Daily Worker</b>, il quotidiano
dei comunisti americani.</span></span><br />
<span><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"><br /></span></span>
<br />
<span><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"><span id="goog_1940139686">Leggi <b>Giornale POP</b> cliccando qui: <a href="https://www.giornalepop.it/">https://www.giornalepop.it/</a></span></span></span></span></span></span><br />
<span style="font-size: x-large;"><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"></span></span>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-31693649841922454382019-08-27T14:48:00.001-07:002019-08-27T14:48:51.034-07:00RICORDANDO MATTIOLI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR9LHYJLeLI_U8SIDxgV2wvfg5BNGeAMI-Yeu3l19dKGRW6-V7olHHQzHCgRjsvewFmbsVWbgK751yS6x8cnx9bI5TwvZMGG8_KpepPIcagNqUXt_wQwSiiMSx70IS-Teuc4x9NFEAGvo/s1600/70106917_132683347987730_3671122759385088000_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR9LHYJLeLI_U8SIDxgV2wvfg5BNGeAMI-Yeu3l19dKGRW6-V7olHHQzHCgRjsvewFmbsVWbgK751yS6x8cnx9bI5TwvZMGG8_KpepPIcagNqUXt_wQwSiiMSx70IS-Teuc4x9NFEAGvo/s1600/70106917_132683347987730_3671122759385088000_n.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: x-large;">Quando <b>Massimo Mattioli</b> (1943-2019) lavorava per "Il Giornalino" pensando di essere su "Cannibale".</span></span><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span id="goog_1940139686"> </span></span></span></span><br />
<br />
<br />
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span id="goog_1940139686">Leggi i miei articoli sul fumetto e altro su <b>Giornale POP</b> cliccando qui: <a href="https://www.giornalepop.it/">https://www.giornalepop.it/</a><b><a href="https://www.giornalepop.it/author/sauropenngpop/"> </a></b></span></span></span></span>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-13194871132565380522019-08-18T13:30:00.003-07:002021-03-02T09:24:20.142-08:00BATMAN NON È GAY!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUU0_JTh8ty3970Nb6R4Ag1gtYYJaypdeCT9fnr_4RdTMmh_sKgi-Z3cuvkpZj5_hZVhSSzyVmLj5Gim0oJ3ony-HM8DlEYq-PjCUtVZkcR4IEyhesA6PMfHN2JHNmWE1bF2azHSfUAiA/s1600/4.26b565baa77d10c28a17c596ecf87846.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="770" data-original-width="615" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUU0_JTh8ty3970Nb6R4Ag1gtYYJaypdeCT9fnr_4RdTMmh_sKgi-Z3cuvkpZj5_hZVhSSzyVmLj5Gim0oJ3ony-HM8DlEYq-PjCUtVZkcR4IEyhesA6PMfHN2JHNmWE1bF2azHSfUAiA/s1600/4.26b565baa77d10c28a17c596ecf87846.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif">Nei primi anni cinquanta il malefico dottor <b>Fredric Wertham</b>,
uno psichiatra americano di origine tedesca, per infamare i fumetti
sostenne che <b>Batman avesse una relazione gay con il
giovane Robin</b>. <br /><br />Vi presento questa attenta selezione di immagini per dimostrare che ciò è assolutamente falso!</span></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwcqDmomOgOffGGfdZQ4JRV5ZMYbJre0oAExNBiqtejtvP1sc7D1y1QHhCDzsfSqmfXuqaT8ruQeIcrfPxiBwABW65zGYARsIZ3qHUmnedkjqVI-TvYQ_r-w6NUKNannbASUUE2-pMck4/s1600/1.batman-robin-gaycomic1.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="669" data-original-width="1180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwcqDmomOgOffGGfdZQ4JRV5ZMYbJre0oAExNBiqtejtvP1sc7D1y1QHhCDzsfSqmfXuqaT8ruQeIcrfPxiBwABW65zGYARsIZ3qHUmnedkjqVI-TvYQ_r-w6NUKNannbASUUE2-pMck4/s1600/1.batman-robin-gaycomic1.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbV-5oLymxs0F_95i6B7y2TWs5zxIxXRXcOPu-y5PJ90HKHO1rJxHny_OSkmqUIRzayALcK1JIglQSMAHq8K5aVxkuNl4XjShr8Z6yVtrhW0hcS5IEH7j8jYC75sKqY6KddTXhQqDcub4/s1600/2.batman-robin-gaycomic2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="674" data-original-width="700" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbV-5oLymxs0F_95i6B7y2TWs5zxIxXRXcOPu-y5PJ90HKHO1rJxHny_OSkmqUIRzayALcK1JIglQSMAHq8K5aVxkuNl4XjShr8Z6yVtrhW0hcS5IEH7j8jYC75sKqY6KddTXhQqDcub4/s1600/2.batman-robin-gaycomic2.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPP4uF_qpL7DoQ26Z66Q46EibVEzorlGPIWL1YBXdMJkqrY9-jgUbJvoVEPbsZGz9bCDUTP6RJ8ZJpRX91mUkyWrFDYknL8NWK7NYPh_TgfD73T-bdx5_NeOdHT_GdWWQ7eGQY6JFvGO0/s1600/3.DciqlsZW4AE93WY.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="839" data-original-width="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPP4uF_qpL7DoQ26Z66Q46EibVEzorlGPIWL1YBXdMJkqrY9-jgUbJvoVEPbsZGz9bCDUTP6RJ8ZJpRX91mUkyWrFDYknL8NWK7NYPh_TgfD73T-bdx5_NeOdHT_GdWWQ7eGQY6JFvGO0/s1600/3.DciqlsZW4AE93WY.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: x-large;"><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheFs-a-To80S8Ab09JX9VMdCMmS6tahlSo9zLVj1zHxfEBJR5CX3Je-rlsvwsAneWd1-6cXIBieZu6tzr42JXQ3MPnnGG-qza-hCokHLeLFR2a0GkcoZOkfAkNLkNOKoujNBdyQMsH5wo/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img data-original-height="569" data-original-width="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheFs-a-To80S8Ab09JX9VMdCMmS6tahlSo9zLVj1zHxfEBJR5CX3Je-rlsvwsAneWd1-6cXIBieZu6tzr42JXQ3MPnnGG-qza-hCokHLeLFR2a0GkcoZOkfAkNLkNOKoujNBdyQMsH5wo/s16000/64852915_2262460567125262_2929532836811636736_n.jpg" /></a></div><br /><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"><span face=""arial" , "helvetica" , sans-serif"><span id="goog_1940139686">Leggi i nostri articoli su <b>Giornale POP</b> cliccando qui: <a href="https://www.giornalepop.it/">https://www.giornalepop.it/</a></span></span></span></span></span>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-28610297829389546132019-08-08T12:55:00.001-07:002020-05-22T13:42:44.524-07:00TOPOLINO E I DOPPI SENSI<i>
</i><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWn8AwBZCGexSDf-fixHV6W0QyAQXeAWizX1UHCDREqUV1fvBvkaeIHt_jzBPprqKqxA6hXBQ_Xlzewim8jensSO-3dt_usJJnMEZ4Y2zidhkaox71DV33JC3fFSfJA23axlqZyzobKdk/s1600/x167433995_2483084698586634_6492078681219923968_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="525" height="629" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWn8AwBZCGexSDf-fixHV6W0QyAQXeAWizX1UHCDREqUV1fvBvkaeIHt_jzBPprqKqxA6hXBQ_Xlzewim8jensSO-3dt_usJJnMEZ4Y2zidhkaox71DV33JC3fFSfJA23axlqZyzobKdk/s640/x167433995_2483084698586634_6492078681219923968_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span style="font-size: large;">Quando lasci Minni sola con Pippo</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLFFEBO8j-ca7FNYdVSNneiHrGwV75_oiO5QF-8C1qDYZB5TWg4RiJD4ntutXK0XquGs4mx6xxvhsD247iQiY9kjGgIytHkDcY1SAL94clhdBH2wfIH9F5BWAgv1XcLoimx2ncAzEafwo/s1600/38792524_1793217340716256_4478873556481998848_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="512" data-original-width="521" height="627" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLFFEBO8j-ca7FNYdVSNneiHrGwV75_oiO5QF-8C1qDYZB5TWg4RiJD4ntutXK0XquGs4mx6xxvhsD247iQiY9kjGgIytHkDcY1SAL94clhdBH2wfIH9F5BWAgv1XcLoimx2ncAzEafwo/s640/38792524_1793217340716256_4478873556481998848_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span style="font-size: large;">Questione d'orgoglio</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaESz2FSffVYyd25KjqeraFdzhLN0uiAzmVqo6PP91tfVxUCQydFoLhEgaCvdPCoqBaHiYIFF9T2jyQfqWY1h4h2MAYIcVOz6ciK48uHGbNWG36j5Lzg1EIGy54x8iyjpIKozXu2okZJc/s1600/40460832_1827399130631410_7227209995182407680_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="834" data-original-width="960" height="555" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaESz2FSffVYyd25KjqeraFdzhLN0uiAzmVqo6PP91tfVxUCQydFoLhEgaCvdPCoqBaHiYIFF9T2jyQfqWY1h4h2MAYIcVOz6ciK48uHGbNWG36j5Lzg1EIGy54x8iyjpIKozXu2okZJc/s640/40460832_1827399130631410_7227209995182407680_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Se lui è troppo timido</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk7VASea5yljd2UxNXFynn6IVEa4JX0FkW98nDjt4E4P8UeDDyTYs8mRQE3enmvD4X0_kZ5mVNrCQb4WcO8jRezlvGGni89vUs7qiGxPFRKZxIQGevh79VHiCdWbO4pVkQVTXa9EK0IZY/s1600/40998486_1834726359898687_6874145837862092800_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk7VASea5yljd2UxNXFynn6IVEa4JX0FkW98nDjt4E4P8UeDDyTYs8mRQE3enmvD4X0_kZ5mVNrCQb4WcO8jRezlvGGni89vUs7qiGxPFRKZxIQGevh79VHiCdWbO4pVkQVTXa9EK0IZY/s640/40998486_1834726359898687_6874145837862092800_n.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Doppia specializzazione</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZtLwXnKUGbSfUS99LtNd_Kx-qMYzqK0gUGicM7ymhHYdMH7PU2X9ymt8FFwp3_5UL0uqd58juAsrhbHtPCgV27mIrQqAj4rkc2j0TJmHTnonaptR6enbc750YspA2q7aFIdRzKekypv8/s1600/43754190_1879443772093612_1476316629141815296_o.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1305" data-original-width="1440" height="579" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZtLwXnKUGbSfUS99LtNd_Kx-qMYzqK0gUGicM7ymhHYdMH7PU2X9ymt8FFwp3_5UL0uqd58juAsrhbHtPCgV27mIrQqAj4rkc2j0TJmHTnonaptR6enbc750YspA2q7aFIdRzKekypv8/s640/43754190_1879443772093612_1476316629141815296_o.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Orgy</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCTGK9BcourgE273YWMoclKA_VbSRqZwUPibauKvBfXxmlm8PRh59KoMFbtbZpPSH3BEdTka4ezSFsY-_Elg5Xy1NInPeZgNSCG85p69hvq8qlIR-ADleNlvt9gSXhZrPtcEetBlaZJdA/s1600/45676871_1919726291398693_2553768269798440960_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCTGK9BcourgE273YWMoclKA_VbSRqZwUPibauKvBfXxmlm8PRh59KoMFbtbZpPSH3BEdTka4ezSFsY-_Elg5Xy1NInPeZgNSCG85p69hvq8qlIR-ADleNlvt9gSXhZrPtcEetBlaZJdA/s640/45676871_1919726291398693_2553768269798440960_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Giochiamo strano</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdyr4H0-qCDRPpe31m0my-RXI3ujLQzfmAh5iJ7SEgl6dg3yzWZ14lGiEgg8UucKuEgM2oKHRMzDtdaLGoFNsBXgKefYzldakCFJyPt5sGVhErBkMZalHCr8MWQUBH-_0cv5AaWMRa6ng/s1600/66317137_2467480633480374_2316909885805035520_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdyr4H0-qCDRPpe31m0my-RXI3ujLQzfmAh5iJ7SEgl6dg3yzWZ14lGiEgg8UucKuEgM2oKHRMzDtdaLGoFNsBXgKefYzldakCFJyPt5sGVhErBkMZalHCr8MWQUBH-_0cv5AaWMRa6ng/s640/66317137_2467480633480374_2316909885805035520_n.jpg" width="494" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Proporzioni</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjawlbniEQtA-9IycSx_-5vNKgQDx0cfnzb61Q_gS0Il7UFxAvKSUZMj8CGiUqD4bPKu3malP8qPHgAUWeMD3dq0G7_sUTkwaxx3yQAkxtqlhiJ04OJvuChLeEtVM-WYobHA0evqMQvfvc/s1600/50940784_2028508957187092_4539062227440762880_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="344" data-original-width="640" height="344" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjawlbniEQtA-9IycSx_-5vNKgQDx0cfnzb61Q_gS0Il7UFxAvKSUZMj8CGiUqD4bPKu3malP8qPHgAUWeMD3dq0G7_sUTkwaxx3yQAkxtqlhiJ04OJvuChLeEtVM-WYobHA0evqMQvfvc/s640/50940784_2028508957187092_4539062227440762880_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Regalo utile</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5qvpavRmUYN4WqjXpnBjrRUHuR9rMSelDB_lSHFOSq73_55rKKsD7f8vmWvkUhAgr5cJAMv6Ximec-WXP208yGxeqCDqkg8F5vTvFTB9nUwVA0q-0hofFyw-I5Fmi91IITECLdj5BV70/s1600/61457810_2217153698322616_2564355600406282240_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="345" data-original-width="720" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5qvpavRmUYN4WqjXpnBjrRUHuR9rMSelDB_lSHFOSq73_55rKKsD7f8vmWvkUhAgr5cJAMv6Ximec-WXP208yGxeqCDqkg8F5vTvFTB9nUwVA0q-0hofFyw-I5Fmi91IITECLdj5BV70/s640/61457810_2217153698322616_2564355600406282240_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Attento Topolino!</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-sLYLhiDuvMhWwzGwgxMseXzi4ZbW7Go7heJkKX45ZUEAOifjQYdav8TPDNNEOfZmSPUsxH8cEO8fLnFNQCX_BG6WTITafGXe9THwfXNSgDzm9cL3FrL5ZsFM71UJmDwaDAZ6DKoFsGM/s1600/64207823_2236905693014083_9063898784462798848_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="628" data-original-width="960" height="417" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-sLYLhiDuvMhWwzGwgxMseXzi4ZbW7Go7heJkKX45ZUEAOifjQYdav8TPDNNEOfZmSPUsxH8cEO8fLnFNQCX_BG6WTITafGXe9THwfXNSgDzm9cL3FrL5ZsFM71UJmDwaDAZ6DKoFsGM/s640/64207823_2236905693014083_9063898784462798848_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Voyeur</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK2ltsXLqnAegHVi4pPP0e6WcgYjGMAkEkCUzv1qYRiSHOldKPyV4WoGN82qRkPy6MLsrjR4igLhcf1IniZK-VFDRIhgVLCoA9A8jjLJiYS0yUhj_GNui917aRocSsBBxW2wM254ebHhQ/s1600/x265382482_2456821234546314_3282553911315005440_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="598" data-original-width="569" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK2ltsXLqnAegHVi4pPP0e6WcgYjGMAkEkCUzv1qYRiSHOldKPyV4WoGN82qRkPy6MLsrjR4igLhcf1IniZK-VFDRIhgVLCoA9A8jjLJiYS0yUhj_GNui917aRocSsBBxW2wM254ebHhQ/s640/x265382482_2456821234546314_3282553911315005440_n.jpg" width="608" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><b><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Sempre a frugare tra le cose di Minni</span></span></b></i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span id="goog_1171890815"></span><span id="goog_1171890816"></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK82V0tbEvGHPlvU7KCgsDVwu0ZO2gU9W54tVzV6GJzbktOV2cRhfvlZJVkVgdYq68gsSVUOCYZj1HEbLHwoUwcxpV52V083ybVCiv9Je_IsK17-6A_fAYmDqXUftshsEPoUN3Iw1QZuc/s1600/35297253_2176731139221993_6536325807965470720_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="321" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK82V0tbEvGHPlvU7KCgsDVwu0ZO2gU9W54tVzV6GJzbktOV2cRhfvlZJVkVgdYq68gsSVUOCYZj1HEbLHwoUwcxpV52V083ybVCiv9Je_IsK17-6A_fAYmDqXUftshsEPoUN3Iw1QZuc/s640/35297253_2176731139221993_6536325807965470720_n.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Show</span></b></span></i></td></tr>
</tbody></table>
<span id="goog_1171890815"></span><span id="goog_1171890816"></span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">Topolino nasconde molte sorprese, a saperle cercare. Ecco alcuni esempi, tra i tanti, raccolti da siti come </span><a href="https://www.facebook.com/treettaricubicidimonete/"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">https://www.facebook.com/treettaricubicidimonete/</span></a><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;">. Da parte mia scrissi un episodio intitolato, mi sembra, "Zio Paperone e la velocitina", dove la velocitina era l'eroina (come si capisce leggendo la storia).</span></span><span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span id="goog_1940139686"> </span></span></span><br />
<br />
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial", "helvetica", sans-serif;"><span id="goog_1940139686">Leggi i miei articoli sul fumetto e altro su <b>Giornale POP</b> cliccando qui: <b><a href="https://www.giornalepop.it/author/sauropenngpop/">https://www.giornalepop.it/author/sauropenngpop/</a></b></span></span></span>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8984129708763721424.post-21271835778206949022019-08-07T10:40:00.002-07:002019-10-11T15:05:29.067-07:00EDIZIONE INGLESE DI LUCKY LUKE: TROVA LE DIFFERENZE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDPNvj8mqjWf79aimzANqFtux_bnOgLhZIQ2RgIDksPXfx7qMOeGV6cJwyLAJImUlVaAYTAc82QmrLC_5qmV7ZUsq4_pHVCT7Tw-VEKcGDvW1t8RMmZAl25suJzSs6zhJ26x4lfl7plHQ/s1600/66502461_10156815031214006_672408895766921216_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="604" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDPNvj8mqjWf79aimzANqFtux_bnOgLhZIQ2RgIDksPXfx7qMOeGV6cJwyLAJImUlVaAYTAc82QmrLC_5qmV7ZUsq4_pHVCT7Tw-VEKcGDvW1t8RMmZAl25suJzSs6zhJ26x4lfl7plHQ/s1600/66502461_10156815031214006_672408895766921216_n.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhcfeQoe8kjBtBPUmLPkNffSAPCTaz8jHoaGVvZ6BsVF7pzD2RP5qLmTmT7u2XFcBrYyLFBdvaTaMiPRhgvA5oNSgprOVPYPROaf-dc-wXh9tc-GHb8zmNz6uO7-OeEoKvSfCKQAGJZOU/s1600/66349653_10156815031194006_7953731785207054336_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="901" data-original-width="680" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhcfeQoe8kjBtBPUmLPkNffSAPCTaz8jHoaGVvZ6BsVF7pzD2RP5qLmTmT7u2XFcBrYyLFBdvaTaMiPRhgvA5oNSgprOVPYPROaf-dc-wXh9tc-GHb8zmNz6uO7-OeEoKvSfCKQAGJZOU/s1600/66349653_10156815031194006_7953731785207054336_n.jpg" /></a></div>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span id="goog_1940139686"><br />La prossima volta per non essere diseducativi gli tolgono anche la pistola...</span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhcfeQoe8kjBtBPUmLPkNffSAPCTaz8jHoaGVvZ6BsVF7pzD2RP5qLmTmT7u2XFcBrYyLFBdvaTaMiPRhgvA5oNSgprOVPYPROaf-dc-wXh9tc-GHb8zmNz6uO7-OeEoKvSfCKQAGJZOU/s1600/66349653_10156815031194006_7953731785207054336_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBhPS_R9xqd-q7BVhu3P_5hxVZokuhzPOziu47hg0-O4Sha5Hii39x8PZq9QX24bNTh9jx9amszh1rAMwO2UslkTn6V0lWnz2QvjqAvl2hEBzI3AFdheSKHBd8Fv7SFagKLnaY7f1cBUA/s1600/69267336_2389861311051853_6142350064221159424_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBhPS_R9xqd-q7BVhu3P_5hxVZokuhzPOziu47hg0-O4Sha5Hii39x8PZq9QX24bNTh9jx9amszh1rAMwO2UslkTn6V0lWnz2QvjqAvl2hEBzI3AFdheSKHBd8Fv7SFagKLnaY7f1cBUA/s640/69267336_2389861311051853_6142350064221159424_o.jpg" width="478" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSLjIR5O4H47pl76YImZ4YCE_Vxv8A_6TVbzl1gSbbH55gdJDblnboq55KC40k4_zbTiS2dMc0u-e-BbGpQfNkdL2M5PJPLuZiZFQDSrth2ohmQC7F-mV8SpI6tGHNPritkEQDA-hnhqg/s1600/69541144_2389749297729721_4165501399557210112_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="727" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSLjIR5O4H47pl76YImZ4YCE_Vxv8A_6TVbzl1gSbbH55gdJDblnboq55KC40k4_zbTiS2dMc0u-e-BbGpQfNkdL2M5PJPLuZiZFQDSrth2ohmQC7F-mV8SpI6tGHNPritkEQDA-hnhqg/s640/69541144_2389749297729721_4165501399557210112_n.jpg" width="484" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: x-large;"><br /></span>
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span id="goog_1940139686">Va be', Lucky Luke è per bambini... mah? Anche a <b>El Kid</b> disegnato da <b>Dino Battaglia</b> viene tolto il cigarillo!<br /></span><span id="goog_1940139686">Ci sarebbe pure da dire sulla grafica con quell'arancione sfumato: dovremmo fare la colletta per pagare un <i>art director</i> alla Bonelli.<br /><br /><br />Leggi i miei articoli sul fumetto e altro su <b>Giornale POP</b> cliccando qui: <b><a href="https://www.giornalepop.it/author/sauropenngpop/">https://www.giornalepop.it/author/sauropenngpop/</a></b></span></span></span>Sauro Pennacchiolihttp://www.blogger.com/profile/00933022047897160749noreply@blogger.com0